«Quel cavallo è mio». E lo scultore Ceroli si incatena

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MonumentoCavallo 1

L’autore: «Ora una società vuole prenderselo».
Un giornale locale: lo compri il Comune
Da ieri notte l’ artista è legato alla monumentale opera in bronzo: «Impedirò che la portino via»
SIENA – «Quel cavallo è mio, solo mio. È frutto di 50 anni di lavoro. Se vogliono portarlo via, dovranno portare via anche me». Detto e fatto: da ieri sera, in piazza San Domenico a Siena, c’ è uno scultore di 70 anni incatenato alla sua opera. Si chiama Mario Ceroli, vanta un curriculum artistico di tutto rispetto, le sue sculture in legno spesso riecheggiano opere prestigiose del passato, ma ciò che lo ha reso famoso a Siena è il fatto di aver disegnato per l’ edizione di quest’ anno del Palio il drappellone, il cosiddetto «cencio» che da secoli apre la festa. Il cavallo in questione, invece, è un’ opera monumentale in bronzo di 6 metri, intitolata «Corri, corri… John», fiore all’ occhiello della mostra «Forme in movimento» (curata da Achille Bonito Oliva e da Omar Calabrese), che nelle settimane scorse ha riscosso un grande successo e ha da poco chiuso i battenti. Ceroli ha trascorso la scorsa notte legato al suo enorme cavallo. E minaccia «di passarne molte altre». È una storia che con l’ arte, ormai, ha ben poco a che fare. È una storia di denunce, avvocati e tribunali. L’ artista accusa una società e i suoi due titolari di volersi impossessare dell’ opera. Ma quello che lo ha spinto ieri ad abbandonare precipitosamente Roma, dove vive, per correre a Siena è stata la notizia, come lui stesso racconta, che «la Fondazione del Monte dei Paschi (tra i promotori della mostra assieme al Comune, ndr) si è impegnata a dare la mia opera, una volta terminata la rassegna, a questa società: un fatto intollerabile, che non permetterò mai». Ieri sera, quando l’ artista è arrivato in piazza San Domenico a Siena, ha scoperto che il trasferimento del cavallo è ormai questione di ore. «Hanno già preparato le gru per smontarlo – spiega -, domani (oggi, ndr) lo caricheranno sui camion e lo porteranno a Pistoia, dove ha sede questa società. Ma glielo impedirò».la scultura «Corri, corri… John», un monumentale cavallo in bronzo di 6 metri, in piazza a SienaUna vita piena di avventure quella di «Corri, corri… John». Costruito da Ceroli alla fine degli anni Ottanta, l’ enorme cavallo finì in una fonderia che risultò poi essere gestita da una sorta di falsario di sculture, che fondeva abusivamente opere di vari artisti. Dopo varie traversie, Ceroli, nel tentativo di tornare in possesso del cavallo, chiese aiuto ai titolari di una società con la quale collaborava: «Promisi loro, nel caso fossero riusciti a farmi riavere l’ opera, una percentuale sull’ eventuale vendita». Non fu semplice, ma alla fine Ceroli riebbe il suo «Corri, corri… John» e lo portò a Siena, dove divenne il piatto forte della mostra «Forme in movimento». Poi il colpo di scena. A rassegna finita, quando ormai lo scultore era convinto di potersi finalmente riprendere il suo cavallo, la scoperta, così almeno racconta lui, dell’ accordo tra la Fondazione del Monte dei Paschi e questa società. «Ho presentato denuncia – afferma -, il mio avvocato sta lavorando, ma l’ importante ora è impedire che l’ opera finisca di nuovo in mano di altri». Lite giudiziaria a parte, «Corri, corri… John» è talmente piaciuto ai senesi che un giornale locale ha lanciato la proposta al Comune di acquistarlo e tenerlo per sempre in piazza san Domenico. Ceroli è possibilista: «Se il sindaco è interessato, sa dove trovarmi…».Tanto, incatenato com’ è, lui da lì non si muove.Mario Ceroli è nato a Castelfrentano, in Abruzzo, nel 1938. A metà anni Cinquanta si trasferisce a Roma, dove studia all’ Accademia. I suoi primi lavori sono tronchi d’ albero infilzati con chiodi; poi, influenzato dalla Pop art, passa a oggetti e sagome in legno ingigantiti e ripetuti L’ innovazione A fine anni ‘ 60 si avvicina all’ arte povera, negli anni ‘ 80 userà nuovi materiali, come lastre di vetro. Tra le sue opere più note, il Cavallo Rai di Saxa Rubra. Si è espresso in ambiti che vanno dalla scenografia agli interventi su edifici sacriFonte Corriere della Sera – Alberti Francesco

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