
Dal Roma Polo Club agli USA, la doppia sfida del polo italiano

Alessandro Giachetti: “L’Italia punta sull’Arena Polo per crescere”
L’Italia è impegnata su due fronti importanti in questi giorni: al Roma Polo Club con i Campionati Italiani U.S. Polo Assn. mentre oltre oceano l’attività si amplia con l’esordio azzurro nella 2° edizione del Campionato Mondiale di Arena Polo 2025, in Virginia (USA).
Saranno sette le squadre in gara a Roma, divise in due gironi, per un totale di 17 partite. Nel girone A si sfideranno S&K Team-Fideuram, Impresion Polo e Harpa-Farout; nel girone B scenderanno in campo UnoAerre Acquedotto Romano, Moonlooker-La Cavallerizza, Cria del Mar e Agua Alta. In finale approderanno le prime classificate di ciascun girone, mentre le seconde si contenderanno il terzo posto.
Tornando negli USA, per la prima volta la nazionale azzurra prende parte a una competizione mondiale di Arena Polo, una disciplina che sta guadagnando sempre più spazio nel panorama equestre globale. Qui, sei le nazioni in gara: Francia, Argentina, Pakistan, Stati Uniti, Guatemala e Italia.
Alessandro Giachetti – referente della Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) per la disciplina del polo – si trova negli Stati Uniti, dove segue da vicino il team nazionale composto da Stefano Giansanti (capitano), Giordano Magini, Mariano Raigal e da dure riserve, i fratelli Federico e Alejandro Pujana, colombiani con passaporto italiano, che hanno esperienza nell’arena polo statunitense.
Intervista ad Alessandro Giachetti
A Roma sono iscritte sette squadre per i Campionati Italiani U.S. Polo Assn, corretto?
Alessandro Giachetti: Sì, conferma. Oggi, sabato 4 ottobre, si giocano le finali della Coppa Sussidiaria, che coinvolge le tre squadre non qualificate per la finale principale. Domenica si disputeranno la finale per il terzo posto alle 12:00 e quella per il titolo alle 13:15. La cerimonia di premiazione, prevista alle 15:00, vedrà la presenza del consigliere nazionale Maria Grazia Cecchini e del presidente della FISE Lazio, Carlo Nepi.
Possiamo considerare questo evento il più importante a livello nazionale?
Alessandro Giachetti: “Sicuramente sì. È l’appuntamento di riferimento per il polo italiano, con una partecipazione sempre significativa. L’anno scorso le squadre erano nove, quest’anno sette perché alcune sono impegnate in tornei all’estero, ma il livello resta molto alto. Il torneo si sviluppa nell’arco di due settimane con numerose partite e un’organizzazione complessa, ma è un evento molto sentito dai giocatori.
Quest’anno abbiamo inoltre abbinato la giornata delle finali a un evento benefico a favore di Operation Smile, creando una collaborazione proficua che porta al Roma Polo Club oltre un migliaio di spettatori. È un esempio concreto di come il polo possa integrarsi con iniziative sociali importanti.”
Qual è il valore di questa dimensione sociale per il polo italiano?
Alessandro Giachetti: “A livello internazionale è piuttosto frequente abbinare al polo iniziative di carattere benefico. La famiglia reale inglese, per esempio, ha creato una fondazione dedicata a questo scopo, contribuendo a diffondere questa pratica nel mondo. In Italia stiamo seguendo la stessa direzione: è un modo efficace per avvicinare il polo alla società e superare l’immagine di sport elitario e “patinato”. Questi eventi mostrano che il polo può essere presente anche in contesti socialmente rilevanti e vicini alla quotidianità delle persone.”
Quali iniziative sono state messe in campo, o lo saranno in futuro, per promuovere ulteriormente il polo in Italia?
Alessandro Giachetti: “Stiamo lavorando a un progetto triennale che sarà presentato al presidente e al consiglio federale, con l’obiettivo di sviluppare l’Arena Polo. Crediamo fortemente che questa disciplina rappresenti la chiave per avvicinare il pubblico e gli appassionati all’equitazione e al polo.
In Italia ci sono circa 2.000 circoli affiliati alla FISE e 170.000 tesserati: attualmente il polo rappresenta una parte molto piccola di questo mondo, ma l’arena polo può aprire le porte a un pubblico più vasto.
In Francia, ad esempio, negli ultimi 15 anni il numero di giocatori di arena polo è passato da 300 a 1.200. Questo sviluppo ha avuto effetti positivi anche sul polo tradizionale, che è cresciuto fino a contare quasi 1.000 giocatori.”
Come pensate di portare concretamente il polo all’interno dei circoli di equitazione?
Alessandro Giachetti: “Seguiremo lo stesso approccio che abbiamo adottato con il Polo Pony. In quel caso siamo entrati nei circoli ludici per far conoscere il polo e mostrare che potevano praticarlo anche i più giovani. Da quell’esperienza è nato un movimento significativo, con circa 150 bambini che oggi giocano a polo nei circoli italiani.
Con l’arena polo per adulti la sfida è più complessa, perché bisogna mettere a disposizione cavalli adatti. Per questo stiamo creando un parco cavalli federale da portare nei circoli così da permettere a chiunque di provare a giocare. Sono convinto che una volta provato, il polo sappia conquistare: è un gioco di squadra, con adrenalina, dinamica, gol e fascino, elementi che lo rendono irresistibile.”
Parliamo proprio dei cavalli: esistono allevamenti di cavalli da polo in Italia o si importano?
Alessandro Giachetti: “Oggi circa il 90% dei cavalli da polo utilizzati nel mondo proviene dall’Argentina. Questo perché quel paese ha caratteristiche territoriali e climatiche uniche, ideali per lo sviluppo della disciplina.
Il polo ha origini antichissime: nasce oltre duemila anni fa in Persia, si diffonde poi in India e viene conosciuto dagli inglesi nel XIX secolo. Furono proprio loro a portarlo in Europa e successivamente in Argentina, dove alla fine dell’Ottocento trovò il terreno ideale per prosperare. Le immense pianure della Pampa permisero la costruzione agevole dei campi e l’allevamento naturale dei cavalli, dando vita a un ambiente perfetto per il polo.
Il cavallo “criollo”, utilizzato dai gauchos per governare il bestiame, si rivelò perfetto per questa disciplina grazie alla sua resistenza, agilità e capacità di affrontare il contatto fisico.
Selezionare cavalli da polo è un processo complesso e selettivo: su mille puledri allevati, solo circa 300 hanno le caratteristiche giuste e, di questi, appena 100 diventano cavalli da polo. È un processo selettivo e costoso, difficile da replicare su piccola scala.”
Tornando ai Campionati Mondiali di Arena Polo, come si posiziona l’Italia?
Alessandro Giachetti: “Per noi è un’esperienza nuova, perché è la prima volta che partecipiamo a una competizione internazionale di arena polo. Alcuni paesi hanno una tradizione consolidata in questa disciplina, altri meno. Abbiamo costruito una squadra competitiva, ora vedremo come si svilupperà il torneo.”
Guardando al calendario nazionale, quali sono stati gli appuntamenti più importanti di questa stagione?
Alessandro Giachetti: “Il momento conclusivo sarà a Villa Sesta, con il primo Campionato Italiano di Arena Polo – Trofeo Mercedes Rossi, in programma dal 16 al 19 ottobre 2025.
Tra gli eventi principali di quest’anno ci sono stati l’Italia Polo Challenge sulla neve a Courmayeur a gennaio, la tappa a Piazza di Siena a Roma, quella a Porto Cervo in Sardegna a luglio, e la Coppa Italia di polo tradizionale a Punta Ala ad agosto. Inoltre, ad aprile, sempre a Villa Sesta, si è disputata la Coppa Italia di Arena Polo.”
Puoi svelarci qualcosa sui programmi del 2026?
Alessandra Giachetti: “Il calendario è ancora in fase di definizione e sarà discusso con i circoli a fine ottobre. Alcuni eventi continueranno con la formula Italia Polo Challenge, altri si svilupperanno sull’arena polo, che rimane al centro della nostra strategia di crescita.”
Per concludere, quale ruolo attribuisce all’Arena Polo nel futuro della disciplina?
Alessandr Giachetti: “L’Arena Polo rappresenta un vettore strategico di comunicazione e visibilità. Permette al pubblico di essere più vicino al campo e agli atleti, rendendo lo spettacolo più fruibile per spettatori e media. Questo ci consente di portare il polo nelle città, nelle piazze e negli spazi urbani.
Abbiamo già organizzato un’amichevole Italia-Francia in Piazza Santa Croce a Firenze, e stiamo lavorando a eventi simili a Milano e Capri. Queste iniziative possono aprire nuove opportunità promozionali e contribuire a far crescere l’interesse verso il polo in Italia.
In generale, però, il lavoro si basa su tre realtà fondamentali per l’attività federale: il Roma Polo Club, il Villa Sesta Polo Club e il Punta Ala Polo Club, centri strategici per la realizzazione di eventi, lo sviluppo di progetti e la promozione della disciplina su tutto il territorio nazionale.”
La sfida è ambiziosa: far uscire il polo dai circoli, farlo respirare nelle strade, nei centri urbani, attirare curiosità e nuovi appassionati. Il Mondiale in Virginia è solo il primo passo di un percorso che, se ben gestito, può trasformare il volto del polo italiano nei prossimi anni.
HSJ x FISE
AC
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