Superenalotto? No grazie, meglio il V7
La poca pubblicità fatta da chi di dovere nei confronti della nuova giocata ippica è disarmante. Pochissimi tra coloro che abitualmente non seguono il mondo delle corse ma sono puntuali ad investire il loro denaro su altri tipi di giochi a premi ne sono stati informati Di contro basterà osservare il battage pubblicitario fatto in queste settimane, e non solo, ad esempio per il superenalotto per invitare gli scommettitori a tentare la fortuna. Ecco, LA FORTUNA. Perchè non si può parlare che di fortuna per chi indovina sei numeri su novanta possibili. Per quanti calcoli di probabilità si possano fare resta, a nostro parere, sempre e soltanto pura fortuna indovinare la sestina vincente. Il V7 invece offre allo scommettitore la possibilità di “ragionare“ su precise precedenti prestazioni dei cavalli, distanze da percorrere, gradazioni di terreno, drivers o fantini all guida. Insomma tutta una serie di valutazioni che rendono la giocata meno legata alla mera fortuna di quanto non lo sia il superenalotto. Questa pur evidente analisi però e la conseguente corretta informazione allo sprovveduto possibile giocatore non è possibile ottenerla dai gestori dei corner o punti scommessa. In primis perchè poco o nulla conoscono del mondo ippico e poi perchè nella maggior parte dei casi operando da tempo come punti raccolta di altri tipi di giochi quali lotto ed appunto il citato superenalotto risultano poco o nulla interessati a quale tipo di scommessa il “cliente“ si rivolgerà. Se poi a questo aggiungete, come spesso accade, che i corner sono sprovvisti dei moduli di giocata del V 7 perchè non tempestivamente riforniti è facile comprendere le difficoltà oggettive a far decollare questo tipo di giocata ippica. (Bruno Delgado)