Unione Proprietari Galoppo: dal Derby a una programmazione da ottimizzare

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la domenica del Derby ha rispettato le attese e possiamo dire di aver visto un bello spettacolo sia in pista, sia in tribuna.
In pista perché la corsa faro del nostro galoppo ha rispettato le linee della vigilia con Borna che ha confermato la sua qualità, a dimostrazione che le linee provenienti dal Gran Criterium e dal Filiberto sono valide e speriamo che di questo se ne rendano conto anche i periziatori esteri.

Ma non solo, la piazza di Royal Supremacy porta una linea inglese non malvagia che pensiamo (e speriamo) possa migliorare con il prosieguo dell’annata e pure la terza moneta di Caos Calmo, un cavallo italiano tutta grinta, conferma che siamo di fronte a un’edizione che ha rispettato le attese. Se a questi aggiungiamo l’ottimo quarto di Melfi, il vincitore del Parioli e il quinto di TheTweed possiamo essere soddisfatti.

Medesima soddisfazione per il riscontro di pubblico che, secondo quanto riportato, si è attestato sulle 12.000 unità, un numero ragguardevole che magari non sarà paragonabile a quanto avviene in certi ippodromi anglosassoni, ma che testimonia come le basi per una ripartenza ci siano, tutto sta a pubblicizzare adeguatamente i nostri eventi di punta. Se abbiamo avuto oltre diecimila persone senza un battage pubblicitario esagerato – per carità esserci legati a un colosso come Trenitalia è un ottimo primo passo – pensate cosa potremmo ottenere se la strategia di promozione venisse dispiegata al massimo.

Una giornata quindi molto positiva sotto vari aspetti che, lo ripeto sempre, non deve rappresentare un evento isolato ma essere inserita in una strategia globale di rilancio.
Sotto questo aspetto sono felice di aver avuto modo di dialogare ancora una volta con il Sottosegretario Senatore La Pietra e il Direttore Chiodi con i quali il rapporto e il confronto è sempre proficuo. Permettetemi qui di ringraziare chi ha in parte favorito questi incontri, ovverosia ANAC, l’Associazione Allevatori, che predisponendo un bellissimo rinfresco nel giardino dietro le tribune ha reso ancora più facili queste interlocuzioni.

Detto della giornata vorrei però sfruttare questo spazio per dialogare con voi su un paio di temi, legati alla ottimizzazione delle risorse.
Il primo aspetto deriva dalla conferma che aumentando il numero di corse per giornata, il numero dei partenti medi per corsa cresce. Questo legame lo avevamo già potuto ritrovare altre volte, per esempio con le giornate di Varese di dicembre 2023 e lo abbiamo ancora una volta constatato alla dichiarazione dei partenti della giornata di giovedì prossimo a Milano. Per via del nubifragio abbattutosi settimana scorsa alcune corse erano state cancellate e due di queste sono state aggiunte alla suddetta riunione. Ebbene queste 8 corse hanno raccolto 84 partenti, dunque più di 10 partenti per corsa.

Certo potremmo pure ritenere sia un caso questo risultato, magari dovuto alla tipologia di prove, cioè più handicap che altro, ma sinceramente non lo credo e soprattutto questo risultato è una costante quando il numero di prove è di 8 o più per giornata. La verità è che programmare più corse per convegno incentiva gli allenatori non di stanza all’ippodromo o nei dintorni a spostarsi con più effettivi e quindi a ridurre i costi per singolo cavallo di una trasferta. Idem al contrario quando le corse per giornata sono 5 è facilissimo vedere campi scarni e partenti medi per corsa che faticano ad arrivare a 6.

Come fare dunque per aumentare il numero di prove a parità di montepremi? L’unico modo è tagliare i rami secchi, quei convegni che oggi non possiamo più permetterci perché non raggiungono quei livelli minimi di spettacolarità e gioco che dobbiamo mettere come limite invalicabile. Credo che tutti noi potremmo trovarne decine di questo genere.

Altro tema è la questione degli anglo-arabi (AA) e dei purosangue arabi (PSA). Questo argomento è stato già oggetto di un forte dibattito poco tempo addietro tra ANG e alcuni programmatori che avevano presentato bozze di programma molto sbilanciate verso tali categorie di cavalli.
Premesso che ogni razza equina ha diritto ad esistere, oggi è innegabile che assistiamo a un totale rovesciamento della situazione, cioè i cavalli purosangue inglese sono spesso diventati residuali nelle dotazioni di alcune giornate rispetto ai loro omologhi anglo-arabi o arabi.

Tutto questo non ha alcun senso storico e soprattutto logico. Ci sono giornate dove su un totale di 6 corse (e qui ci leghiamo a quanto detto sopra) due sono di pertinenza di cavalli di altre razze e magari con dotazioni pure superiori, talvolta anche di tanto, rispetto a quelle destinate ai PSI. Capite che queste sono giornate totalmente perse dal punto di vista del gioco, infatti nelle corse per AA e PSA i volumi scommessi sono risibili e pure dal lato spettacolo perché non esiste uno storico dettagliato di tali cavalli che spesso arrivano alla corsa dopo essere passati tramite Palii e altri eventi. Tutto questo è il contrario di quanto cerchiamo con fatica di perseguire, cioè una riforma che vada verso una prodotto più qualitativo e dove lo spettatore e lo scommettitore si senta più tutelato.

Ribadisco che nessuno vuole cancellare queste razze, in Sardegna vive e prospera anzi una tradizione che va valorizzata e che siamo i primi a voler difendere, ma è necessaria una regolamentazione più stringente che faccia tornare questo comparto nei binari che erano suoi in passato, cioè di razze che correvano in ippodromi ben definiti (appunto Sardegna e massimo un ippodromo in Toscana) e che avevano il loro principale obiettivo in eventi come i Palii o altre manifestazioni equestri e infine attingevano alle risorse del galoppo PSI in maniera residuale. Pensare di sostituire, come alcuni ippodromi hanno tentato di fare, il PSI con l’AA o il PSA, non solo va contro le regole, ma va contro la stessa speranza di futuro per l’intero comparto, visto che l’interesse per tali razze e concentrato solo in alcune regioni ed è obiettivamente molto minoritario rispetto al galoppo PSI.

Ovviamente entrambi i temi, per brevità qui soltanto accennati, vanno approfonditi e discussi e spero ci sarà occasione di farlo anche con Voi Soci. Prima di salutarvi permettetemi di fare i complimenti alla famiglia Franchini della Scuderia La Tesa per la splendida vittoria di Giavellotto in G2 in Inghilterra, così come ai Soci Ferruccio Giacobbe, per la vittoria di Calle Almazora nell’Incisa, e Stefano Botti per l’affermazione di Noble Title nel Tudini. Vittorie di prestigio che portano alto il nome dell’Italia che galoppa.
Un caro saluto a presto,

Antonio Viani – Presidente U.P.G. | Unione Proprietari Galoppo

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