Abdeslam Bennani Smires: la passione, la famiglia e i cavalli al centro della sua vita

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Abdeslam Bennani Smires su Mister D’eclipse

“In questo sport si perde molto più di quanto si vince. Ma se costruisci un rapporto vero con il tuo cavallo, arrivi a qualcosa di veramente speciale.”

Il giorno prima del Gran Premio del CSI4*-W di Tétouan, prima tappa del Morocco Royal Tour, abbiamo incontrato un cavaliere che non passa inosservato: Abdeslam Bennani Smires, incoronato poi vincitore del primo appuntamento del circuito marocchino.

Abdeslam, oltre ad essere uno dei protagonisti della scena equestre marocchina, è una persona che trasmette serenità, profondità e un sincero amore per ciò che fa ogni giorno. “Il Morocco Royal Tour è il nostro evento più importante dell’anno,” racconta. “Per molto tempo siamo andati in Europa per fare competizioni, ora abbiamo un circuito internazionale in casa. Questo ha fatto crescere il livello dei cavalieri marocchini: non tutti vanno in Europa, quindi per molti questo è il loro unico riferimento per confrontarsi con i grandi nomi.”

“In Marocco siamo molto fortunati ad avere una Federazione attiva, che non solo ci fornisce i cavalli ma mette a disposizione anche veterinari, allenatori e tutte le strutture necessarie per crescere.”

Abdeslam Bennani SmiresVincitore del Gran Premio CSI4*-W al Morocco Royal Tour 2025 a Tètouan
Abdeslam Bennani SmiresVincitore del Gran Premio CSI4*-W al Morocco Royal Tour 2025 a Tètouan

Tétouan e Rabat, due luoghi simbolici

Parlando delle tappe del Morocco Royal Tour, Abdeslam Bennani Smires parla con affetto sia Tetouan che Rabat. “Tétouan è speciale: la gara si svolge nel cuore della città, in un grande giardino del Royal Military Club. È un luogo affascinante, con un’atmosfera unica e un pubblico molto caloroso.” 

Diverso il legame con Rabat, che per lui ha un valore personale: “Rabat è la sede della Federazione, la capitale, il luogo dove si tengono i campionati nazionali da sempre. È casa, ed è la mia tappa preferita. Durante il Tour ospita anche la Coppa delle Nazioni, ed è l’unico momento in cui ci ritroviamo tutti uniti come squadra.”

Una passione nata da bambino

La sua storia con i cavalli non nasce da una tradizione di famiglia. “Ho cercato nella mia famiglia, ma nessuno era dentro al mondo equestre. È stata una mia cosa, un legame nato da bambino,” dice sorridendo. “Ho iniziato a cinque anni a Casablanca e da allora non ho più smesso.”

Il percorso non è stato lineare: ha interrotto l’attività agonistica per dedicarsi agli studi di hotel management in Svizzera. “Dovevo avere un diploma, una sicurezza, nel caso in cui i cavalli non fossero stati tutta la mia vita. Ma appena finita la scuola sono tornato a montare, e da allora non mi sono più fermato.”

Il rapporto con i cavalli, compagni di vita e di sport

La sua disciplina è sempre stata il salto ostacoli. “Quello che amo è il processo di costruzione della fiducia reciproca. Non basta montare un cavallo, bisogna creare una relazione che permetta di arrivare al massimo livello insieme.”

“I miei cavalli principali appartengono alla Federazione Marocchina. È un sistema che ci permette di avere mezzi competitivi e di dedicarci al meglio alla preparazione sportiva.”

Il suo stallone di punta è Mister D’eclipse, dodici anni, di cui parla con orgoglio: “Non ho mai montato un cavallo come lui. Abbiamo grandi speranze, spero di portarlo al più alto livello internazionale. È un crack assoluto.”

La routine quotidiana: “Il cavaliere deve essere un atleta tanto quanto il cavallo”

Le sue giornate iniziano presto. “Alle 7:30 sono già in scuderia. Il primo cavallo che monto è sempre Mister D’eclipse, il mio preferito. Con lui ogni giorno facciamo una passeggiata nella foresta vicino alle scuderie di Rabat. Cerco sempre di mantenere i cavalli felici e in forma, senza stressarli troppo.”

Abdeslam ci tiene a a sottolineare un concetto chiave: il cavaliere deve essere un atleta tanto quanto il cavallo.

“Ho due ernie alla schiena: senza allenamento non potrei montare. Cinque volte a settimana faccio un’ora di preparazione fisica. Non è solo questione di prevenire infortuni, ma di essere al livello dei cavalli.”

“Noi chiediamo loro uno sforzo enorme, e per aiutarli dobbiamo essere pronti anche noi.”

Un approccio che non considera opzionale: “Consiglio a tutti di prendersi un’ora al giorno per allenarsi. Non è tanto, ma fa la differenza. Montare richiede lucidità e controllo, e senza un corpo preparato non si può dare il massimo.”

Famiglia e lavoro: un equilibrio delicato

Oltre allo sport, Abdesslam è impegnato nella gestione di un hotel a Marrakech e in attività immobiliari. Non è semplice conciliare tutto: “Sarebbe impossibile senza l’aiuto della mia famiglia. Mia madre e mia sorella sono fondamentali. Anche mia moglie fa molti sacrifici: quando torno a casa dopo giornate così intense sono esausto, ma lei mi sostiene sempre.”

Il legame con i figli è altrettanto importante. Nonostante frequentino le scuderie, non li spinge verso l’agonismo. “Non voglio trasmettere loro la mia passione come un obbligo. Questo sport è difficile e costoso, devono sceglierlo loro. Se nascerà la passione, sarà autentica.”

L’importanza della preparazione mentale

Oltre al fisico, anche la mente va allenata. Gestire cavalli, gare internazionali e un’attività imprenditoriale impegnativa non è semplice. “All’inizio era difficile separare il lavoro dai cavalli. Anche se pensi di essere concentrato”.

A fare la differenza è stato il supporto della Federazione Marocchina, che ha messo a disposizione un mental coach, David Corona, con esperienza fino al livello olimpico. “Grazie a lui ho imparato esercizi per svuotare la mente e arrivare in scuderia con chiarezza. È un cambiamento enorme: se non sei sereno, non puoi chiedere a un cavallo di esserlo.”

Un messaggio ai giovani cavalieri

Il suo consiglio per chi sogna di arrivare dove è arrivato lui è semplice e diretto: “Prima di voler essere un concorrente, bisogna diventare un vero uomo/donna di cavalli.

Capire i cavalli, come pensano e come si sentono. Solo così si diventa i migliori, anche in gara.

Ci vuole pazienza: in questo sport si perde molto più di quanto si vince. Ma se costruisci un rapporto vero con il tuo cavallo, arrivi a qualcosa di veramente speciale.”

Ph HSJ.tv | Gnecchi Photographer

Intervista a cura di Alessandra Ceserani

© Riproduzione riservata.

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