Apprendimento del cavallo e salute: perché lo spaced training è alleato del benessere

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spaced training alleato del benessere del cavallo

C’è chi giura che la concentrazione si ottenga solo restando piegati sui libri o in sella per ore intere. La verità? Non funziona. Anzi, più ci si ostina a spremere il cervello o il fisico senza pause, meno si impara. La scienza lo ha già battezzato da tempo: si chiama spaced training, ed è il principio secondo cui le pause non sono un lusso, ma la chiave per ricordare e migliorare le prestazioni.

Chiunque abbia tentato la classica “notte prima degli esami” sa bene come va a finire: poche ore dopo si dimentica tutto, tranne forse l’aroma del caffè e il panico da prestazione. Al contrario, chi distribuisce lo studio in sessioni brevi, separate da intervalli regolari, ricorda meglio e più a lungo. Non serve essere un premio Nobel per capire che il cervello non è progettato per la maratona, ma per la staffetta: piccole dosi, intervallate da recupero.

La ricerca psicologica ha messo il timbro scientifico su questa verità scomoda: ripassare con pause strategiche aumenta la memoria e riduce l’affaticamento cognitivo. Gli studenti che pianificano lo studio in più giornate hanno risultati migliori agli esami rispetto a chi si ammazza di letture in una sola tirata. Non è magia, è fisiologia. Le pause danno tempo alle connessioni neuronali di consolidarsi, trasformando nozioni appena apprese in ricordi stabili.

E non riguarda solo studenti disperati o lavoratori che cercano di imparare nuove competenze. Il principio dello spaced training è stato osservato in ambiti diversissimi: musicisti che memorizzano spartiti, atleti che perfezionano un gesto tecnico, persino cani che apprendono comandi. La regola è la stessa: meglio fermarsi al momento giusto che tirare dritto fino allo sfinimento.

Quando la pausa serve anche a chi ha quattro gambe

Qui arriva la parte più interessante. Perché non sono soltanto gli esseri umani a beneficiare di questo approccio. Anche i cavalli imparano meglio se il lavoro è spezzato da pause brevi e regolari.

Chi frequenta una scuderia lo sa bene: insistere troppo su un esercizio porta spesso all’effetto contrario. Il cavallo inizia a irrigidirsi, a rifiutare, a “chiudere” la comunicazione. Non perché sia testardo, ma perché semplicemente è stanco e confuso. La sua memoria, esattamente come la nostra, ha bisogno di tempi di recupero per trasformare un nuovo stimolo in un comportamento appreso.

Invece, molti cavalieri cadono ancora nella trappola della ripetizione ossessiva. “Ancora una volta, così lo capisce meglio”. Risultato? L’animale non solo non migliora, ma perde fiducia e diventa meno collaborativo. Forse siamo noi a dover imparare a gestire il tempo, non lui.

Lo studio che mette tutto nero su bianco

Nella pubblicazione del 2016, Hayley Randle ribadisce che il benessere del cavallo non è un effetto collaterale, ma il punto di partenza dell’equitazione moderna. Parlare di welfare friendly equitation significa riconoscere che:

  • Il cavallo deve essere compreso nei suoi limiti cognitivi ed emotivi,
  • Il modo in cui lo alleniamo deve puntare non solo alla performance, ma anche a ridurre stress e conflitti,
  • Senza benessere non può esserci apprendimento di qualità né relazione solida con il cavaliere.

Il suo invito è chiaro: “Capire i cavalli migliora sia il training che la performance”. In altre parole, trattare il cavallo come una macchina porta a risultati peggiori, mentre rispettare i suoi tempi produce cavalli più affidabili, più sereni e — guarda caso — anche più performanti.

I principi ISES: la scienza al servizio dell’equitazione

L’International Society for Equitation Science (ISES) ha formalizzato 10 principi di addestramento, che si integrano perfettamente con il concetto espresso da Randle. Alcuni sono particolarmente rilevanti per collegarsi al tema dello spaced training:

  • Principio 1 – Definire e rinforzare comportamenti desiderati con chiarezza
    Il cavallo impara meglio se gli stimoli sono chiari e non contraddittori.
  • Principio 4 – Dare la possibilità di risposta e di pausa
    Dopo uno stimolo corretto, il cavallo ha bisogno di un momento per reagire. Questo si sposa con l’idea delle pause regolari: senza tempo di recupero, il messaggio si perde.
  • Principio 7 – Evitare la fatica eccessiva
    L’apprendimento non è lineare e insistere oltre il punto di stanchezza riduce la capacità di memorizzare.
  • Principio 10 – Massimizzare il benessere
    L’addestramento deve essere etico e rispettoso, perché solo un cavallo in equilibrio psicofisico può dare il meglio.

Una lezione anche per noi

Il bello è che questa storia dice qualcosa anche su di noi. Se il nostro cavallo migliora con lo spaced training, forse dovremmo applicare la stessa regola al nostro modo di lavorare, studiare e allenarci. Non serve riempire la giornata di ore continue: bastano intervalli intelligenti, spezzare il ritmo, concedersi respiro.

Il paradosso è che così si ottiene di più in meno tempo. E se un cavallo montato, con tutta la sua sensibilità e la sua capacità di reagire, ci dimostra che la pausa è produttiva, allora davvero non abbiamo più scuse.

Per anni ci siamo convinti che “chi si ferma è perduto”. Forse la frase giusta è l’opposto: chi non si ferma, non impara. Lo spaced training non è una moda, è un principio che potrebbe risultare molto utile se integrato nella propria routine: migliora la memoria, riduce lo stress e accelera l’apprendimento. Vale per l’uomo, vale per il cavallo.

A cura di A.C.

Bibliografia:

  • Amsel A, Wong PT, Traupmann KL (1971) Short-term and long-term factors in extinction and durable persistence. Journal of Experimental Psychology, 90:90–95. https://doi.org/10.1037/h0031407
  • Aziz W, Wang W, Kesaf S, Mohamed AA, Fukazawa Y, Shigemoto R (2014) Distinct kinetics of synaptic structural plasticity, memory formation, and memory decay in massed and spaced learning. Proceedings of the National Academy of Sciences USA, 111:E194–E202. https://doi.org/10.1073/pnas.130331711
  • Holcomb FR, Multhaup KS, Erwin SR, Daniels SE (2022) Spaced training enhances equine learning performance. Animal Cognition, 25(3):683–690. https://doi.org/10.1007/s10071-021-01580-7. Epub 2021 Dec 3. PMID: 34860336; PMCID: PMC9107396
  • Randle H (2016) Welfare friendly equitation—understanding horses to improve training and performance. Journal of Veterinary Behavior, 15:vii–viii. https://doi.org/10.1016/j.jveb.2016.10.005

© Riproduzione riservata.

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