Arte e cultura: Fantini sotto la pioggia
In concomitanza con l’esposizione torinese del rinomato impressionista francese, per il nostro ormai consueto appuntamento di Cavalli nell’arte vediamo l’opera intitolata “fantini sotto la pioggia“.
Si tratta di una tela molto particolare, infatti i colori sono stesi a pastello e non con la più comune tecnica della pittura ad olio, raffigura cinque fantini, ben distribuiti su un prato verde e sotto una pioggia battente con i loro cavalli e le divise dai colori sgargianti. Trattasi di una scena en plein air (ambientata cioè all’aperto, era molto comune nell’impressionismo francese, Claude Monet ne è un altro celebre interprete insieme ad Edouard Manet, con dipinti come Jardin à Saint-Adresse e déjeuner sur l’herbe), che viene interpretata dall’artista con una inquadratura orizzontale che comprende i diversi movimenti dei cavalli e che richiama un fotogramma di pellicola cinematografica.
Dègas è un autore estremamente attento agli spazi, è infatti un suo marchio di fabbrica uno studio attento e minuzioso dei diversi piani e delle prospettive, che interpreta con l’utilizzo di primi piani ravvicinati abbinati a tagli fotografici delle immagini, che danno allo spettatore la sensazione di essere “inglobato“ nell’opera.
Per quanto riguarda invece la stesura dei colori all’interno di strisce di contorno Dègas rivela la sua conoscenza delle stampe a colori giapponesi, delle quali fu un grande estimatore.
La scelta dell’inquadratura a taglio fotografico non è casuale: infatti l’artista vive lo sviluppo della macchina fotografica come una opportunità di studio delle immagini; ne riconosce i meriti e ne sfrutta tutti i vantaggi, tra cui le sequenze fotografiche di Eadweard Muybridge con cui vengono ripresi i movimenti di un cavallo al galoppo e che vide sul giornale parigino Le Globe nello stesso anno in cui produsse il quadro (1881). Le riprese vennero effettuate a Palo Alto in California tramite macchine fotografiche disposte in batterie e pubblicate in un volume intitolate Attitudes of animal in motion, che diedero oltretutto un grosso contributo nello studio veterinario dell’apparato di locomozione degli animali.
L’opera di Edgar Dègas e conservata e visibile all’ Art gallery and museum Glasgow, Scozia.(CM)