Cavalli di sale e vento, il respiro libero della Camargue.
Dove la terra incontra il mare, i cavalli bianchi danzano sull’acqua e raccontano l’anima selvaggia della Provenza, la Camargue.
C’è un luogo, nel sud della Francia, dove il tempo sembra sciogliersi come il sale nel mare. È la Camargue, una distesa infinita di acqua e luce, dove i cavalli nascono già con il profumo del vento addosso.
Li vedi avanzare nella nebbia del mattino, bianchi come la schiuma delle onde, con lo sguardo fiero e gentile di chi appartiene da sempre alla libertà.
Sono i cavalli camarguesi, una delle razze più antiche d’Europa. Piccoli, forti, silenziosi. Vivono in branco, liberi tra paludi, lagune e canneti, insieme ai tori neri e ai fenicotteri rosa che tingono il cielo al tramonto. Ogni passo che compiono affonda nella memoria di una terra antica, fatta di silenzi e di maree.
Quando il sole si alza e l’aria profuma di sale, parte la magia: i gardians, i cowboys della Camargue, guidano le cavalcate verso il mare. L’acqua lambisce gli zoccoli, il vento gonfia le criniere, e per un istante sembra che i cavalli camminino sull’acqua.
È un momento sospeso, un sogno a occhi aperti: la linea dell’orizzonte si dissolve, il rumore del mondo svanisce, e resta solo il battito del cuore — quello del cavallo e il tuo, che all’improvviso si confondono.
Cavalcare un camargue sul mare non è solo un’esperienza, è un rito di libertà. È sentire la forza quieta della natura, la sua grazia selvaggia e il suo equilibrio perfetto. È imparare che la bellezza non si conquista, si accompagna — passo dopo passo, al ritmo lento dell’acqua.
In Camargue, ogni cavallo bianco è un frammento di luce.
E ogni cavalcata è una preghiera, detta al vento.
RL – HSJ
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