Curare il cavallo con l’omeopatia, medicina alternativa

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Cavallo con i fiori per articolo omeopatia

L’omeopatia, è una forma di medicina alternativa sviluppata da Samuel Hahnemann

L’omeopatia è una forma di medicina alternativa sviluppata alla fine del XVIII secolo dal medico tedesco Samuel Hahnemann.

Christian Friedrich Samuel Hahnemann è nato il 10 Aprile 1755 a Meissen (Sassonia), fu durante la traduzione di un testo del medico scozzese William Cullen – Materia Medica – che Hahnemann fu colpito da un particolare: a quei tempi la malaria  veniva curata tramite un estratto  di corteccia di China, la Cortex Peruviana. Cullen riteneva che l’efficacia del chinino fosse dovuto ad un “effetto tonico sullo stomaco”, ma Hahnemann rifiutò questo assunto, visto che altre sostanze, molto più astringenti del chinino, di fatto non riuscivano a curare la febbre; la causa dell’efficacia del chinino, dunque, doveva essere un’altra.

Intraprendere una nuova strada

Fu così che Samuel Hahnemann, nel 1806, decise di intraprendere una nuova strada e pubblicare il suo primo trattato che denominò La medicina dell’Esperienza: in questo “manuale” erano già inserite i principi fondanti della Omeopatia (omeios, simile e pathos, malattia), che potevano essere riassunte in questo modo: l’Omeopatia non mira alla guarigione della malattia in sé, quanto alla guarigione dell’individuo nella sua integrità e individualità; la malattia, infatti, viene vista da Hahnemann come il semplice disordine interno dell’organismo.

Il priuncipio dei simili

Le malattie si guariscono con il loro simile, cioè con medicamenti che producono nell’uomo sano i sintomi caratteristici della malattia (morbo) da combattere.

Hahnemann decise così di testare il chinino su se stesso: dopo averlo sperimentato per molti giorni, si accorse di aver sviluppato gli stessi sintomi della malaria: da qui, l’idea che una serie di sintomi potessero essere curati con la sostanza che avrebbe prodotto gli stessi sintomi in una persona sana.

Questa nuova teoria fu oggetto di molte critiche , ma l’innovativo medico proseguì nei suoi studi considerando inoltre Il principio dei simili. Un rimedio omeopatico viene scelto in base alla sua capacità di provocare sintomi simili a quelli che il paziente presenta. Proseguendo nei suoi studi si rese conto del processo di Diluizione e dinamizzazione.

Diluizione e dinamizzazione

Le sostanze utilizzate nei rimedi omeopatici vengono diluite ripetutamente in acqua o alcol. Come diceva Hahnemann, acquisire la ‘vis’, cioè la ‘Forza’, con potenza. L’omeopatia crede che più una sostanza è diluita, più è potente. Questo processo è chiamato “dinamizzazione”.

Trattamento personalizzato

In omeopatia, il trattamento è spesso personalizzato per adattarsi alle specifiche caratteristiche e ai sintomi del caso da trattare.

Eziologia

Va sottolineato che la comunità scientifica spesso critica l’omeopatia per la mancanza di prove scientifiche a sostegno della sua efficacia.

L’omeopatia e l’eziologia sono concetti distinti. L’eziologia si riferisce allo studio delle cause di una malattia o di un disturbo. Nell’ambito medico, l‘eziologia cerca di identificare le cause sottostanti di una condizione specifica.

In relazione ai cavalli, la medicina veterinaria tradizionale è generalmente preferita, poiché è basata su prove scientifiche e studi clinici. Tuttavia, se si desidera esplorare l’omeopatia come approccio complementare o alternativo per la cura delle ferite visibili e non visibili nei cavalli, è importante farlo con l’approvazione e la supervisione di un veterinario esperto in medicina omeopatica veterinaria.

Consulto vetertinario

Prima di intraprendere qualsiasi trattamento, è fondamentale consultare un veterinario. L’omeopatia può essere utilizzata come complemento alla medicina veterinaria tradizionale, ma mai come sostituto. È importante distinguere tra ferite visibili e non visibili. Le ferite visibili possono essere ferite cutanee, tagli o lesioni. Le ferite non visibili possono includere problemi interni come dolori articolari o disturbi gastrointestinali.

In omeopatia, il trattamento è individualizzato. Il rimedio scelto dipenderà dai sintomi specifici del cavallo. Ad esempio, Arnica montana potrebbe essere considerato per lesioni traumatiche, mentre Ruta graveolens potrebbe essere utilizzato per problemi muscolari.

Rimedi

Arnica montana

E’ il rimedio iniziale in tutte le ferite recenti: contusioni, ematomi, ferite contuse, ferite sanguinanti, ferite chirurgiche. Arnica è un rimedio indicato anche alcune ore dopo il ferimento o l’incidente.

Hypericum

Arnica dei nervi, viene impiegato in tutte le lesioni recenti alle estremità corporee con coinvolgimento dei nervi, fatto che si estrinseca spesso in un forte dolore, oppure in paralisi anche parziali.

Hamamelis Virginica

Indicato per lesioni con emorragia venosa,  emorragie di superficie, Hamamelis Virginiana Tintura Madre è tradizionalmente utilizzato in omeopatia per via del suo alto contenuto di tannini solubili e flavonoidi, ha proprietà astringenti e antiemorragiche. La corteccia e le foglie di Hamamelis virginian, infatti, favoriscono la fisiologica funzionalità della circolazione venosa  funzionalità del plesso emorroidario.

Millefolium

Indicato in caso di emorragie, rinorragie dopo ferite alla testa un rimedio omeopatico tradizionalmente utilizzato, secondo i dettami dell’omeopatia, per sanguinamento del naso (epistassi). Vie nasali ostruite a seguito di uno starnuto e sensazione di congestione alla testa, occhi rossi e congestionati otalgia, ovvero dolore alle orecchie, con la sensazione di fuoriuscita di aria fredda dall’orecchi.

Ledum Palustre

Il rimedio omeopatico Ledum palustre si ricava dall’omonima pianta, chiamata anche Rhododendron Tomentosum, appartenente alla famiglia delle Ericacee. In Omeopatia è conosciuto per il suo potere di allontanare le zanzare, ma viene utilizzato spesso anche in caso di infiammazioni articolari e stasi venosa.

Ledum palustre: storia della pianta. Il rosmarino di palude (Ledum palustre) prende il nome scientifico dal greco “ledos”, che significa “mantello di lana” e si riferisce alla peluria presente nella parte inferiore delle sue foglie. Questa pianta, conosciuta anche come wild rosemary, è un arbusto sempreverde con piccoli fiori a corolla che cresce nell’emisfero boreale, soprattutto in Canada, negli Stati Uniti, in Scandinavia e in Irlanda.

Si tratta di una pianta acidofila, ossia che vive bene in terreni torbosi e giardini boschivi, che può raggiungere un’altezza di 50 cm. Il rosmarino di palude presenta foglie sempreverdi aromatiche, fiori dall’aroma dolciastro e speziato di luppolo che sbocciano da aprile a giugno, e possiede un potere repellente che lo difende dalle zanzare. Ma cosa lo rende perfetto contro questo piccolo e fastidioso insetto? Le sue foglie contengono diverse sostanze come tannino, mircene, ledolo, allocaromadendrene, ciclocolorenone, terpeni dalle proprietà antisettiche.

E’un rimedio per ferite da punta, dure ed estremamente dolorose;

punture di insetto;

Traumatismo dell’arco osseo sopraorbitale, con grande tumefazione, l’occhio viene chiuso.

Non vengono tollerate fasciature e pomzate rivulsive. L’acqua fredda giova, impacchi fre4ddi vengono sopportati.

Staphisagria

Pianta erbacea raggiunge l’altezza di 70-150 cm; le foglie sono alterne e costituite da 5 o 9 lobi larghi e disposti a ventaglio; i fiori sono di colore blu-violetto e disposti a grappolo; i frutti sono dei follicoli panciuti, pelosi e contengono dei grossi semi della grandezza di 5-6 mm. è originaria delle regioni mediterranee e cresce in Europa, Asia minore, Africa del Nord e Isole Canarie.

CENNI STORICI: il seme della pianta fu utilizzato da Dioscoride in caso di odontalgie; era un rimedio popolare contro i pidocchi, da cui ne derivò l’appellativo di «erba dei pidocchi»

PRINCIPI ATTIVI: delphynina, staphysina e tre alcaloidi non ben caratterizzati (delphysina, delphinoidina, staphysagrina); i grani contengono anche un olio essenziale di colore rossomarrone, solubile in etere, cloroformio e alcool.

rimedi per ferite fresche da taglio, ferite chirurgiche, ferite rinnovate;

i cavalli sono molto sensibili al dolore, molto irrequieti, impazienti, ricalcitranti.

con Staphisagria si evita la formazione di aderenze;

questo rimedio porta sollievo in caso di punture di insetti dolorose e molto pruriginose.

RUTA

Il cavallo utilizzato sia per attività ludica sia agonistica è molto soggetto a patologie dei tendini e dei legamenti (desmiti) per molteplici motivi: difatti, tutto il peso del corpo del cavallo poggia su un solo dito, il terzo, rinchiuso in una scatola cornea, lo zoccolo.

Nel cavallo, fino a metà gamba sia nell’arto anteriore che posteriore non ci sono muscoli, ma solo possenti tendini estensori e flessori, strutturati come un vero e proprio apparato, che ha anche la funzione di scaricare le forze del peso corporeo in modo tale che l’animale non senta fatica muscolare a stare molto tempo in piedi.

Una delle principali cause delle tendiniti è lo stiramento eccessivo cui è sottoposto l’arto anteriore durante la corsa al galoppo o il salto ostacoli o per repentine e brusche girate e frenate.

Il piede, organo elastico che si apre e si chiude in relazione alle forze che lo sollecitano, si trova invece rinchiuso e stretto dal ferro e non riesce ad ammortizzare le forze in eccesso, che ricadono tutte sul tendine.

La diagnosi di tendinite è effettuata con la visita clinica e con l’ecografia, che evidenzierà la gravità del problema.

Questa patologia è affrontabile omeopaticamente, anche se ci si scontra con molte resistenze: per esempio, le cure omeopatiche sono considerate “blande”. Inoltre, per avere restitutio ad integrum (= piena guarigione), il trattamento omeopatico richiede una condizione che non sempre si vuol rispettare: un tempo adeguato alla riparazione del danno (e, comunque, con i trattamenti convenzionali i tempi di guarigione sono in genere più lunghi rispetto al trattamento omeopatico).

Prima di tutto è importante affrontare la terapia del dolore

I rimedi indicati nei vari stadi della patologia sono: Arnica montana per ridurre l’edema, il versamento ematico e, di conseguenza, il dolore. Si può alternare a Millefolium se il versamento è esteso e a Bellis perennis se la lesione è profonda.

È importante, fin dai primi giorni, non tenere fermo il cavallo in box, come purtroppo si usa fare, salvo che la lesione non sia veramente severa e non ci sia l’appoggio a terra del piede. Il riposo forzato è deleterio per diversi motivi: non rispetta i bisogni etologici di specie; è antifisiologico per l’apparato digerente del cavallo, che deve associare al cibo il movimento; un leggerissimo esercizio fisico, adeguato al problema, aiuta a decongestionare la parte affetta con riduzione del dolore, maggiore afflusso di sangue e rimozione delle tossine.

Affievoliti i sintomi dell’infiammazione, si può pensare a rimedi con maggior affinità verso i tendini come Rhus tox e Ruta (migliorano col movimento); Phytolacca e Causticum, se il tendine inizia ad accorciarsi; Bryonia, se l’animale migliora col riposo e con decubito sulla parte malata; Rhododendron, Phytolacca e Rhus tox, inoltre, se c’è marcato peggioramento con il tempo umido e se la patologia coinvolge l’inserzione del tendine.

L’effetto dei trattamenti omeopatici nel cavallo è sorprendente: si ottiene lo stesso risultato terapeutico dei farmaci tradizionali senza effetti collaterali; è possibile effettuare terapie a lungo termine con un costo molto contenuto; si dimezzano i tempi di guarigione, nota dolente in queste patologie.

Per proseguire con le cure omeopatiche e dare un accenno ad altri prodotti naturali, possiamo parlare dell’acido Silicico, rimedio importante per la supurazione continua da ferite profonde per la formazione di fistole, ma  anche per il tessuto di granulazione eccessiva. E’ inoltre indiccato nei difetti di cute alle estremità degli arti la dove la pelle passa al corno e nelle aree con pochi muscoli.

Symphytum o “Consolida maggiore”

Il Symphytum (chiamato anche «consolida maggiore») è una delle piante medicinali più antiche e importanti quando si parla di trattare fratture ossee, slogature e lesioni del tessuto osseo.  una pianta perenne pluriennale appartenente alla famiglia delle Boraginacee. Cresce in zone argillose e umide e predilige luoghi in penombra con terreni ricchi di nutrienti. Infatti, questa pianta si trova anche ai bordi dei campi e delle strade, nei prati o ai bordi delle rive. Il nome latino di questa pianta deriva dal greco «symphuo», che significa «saldare, unire», e rimanda alle proprietà curative in ambito di fratture ossee.

E’ un rimedio per lesioni acute e croniche del periostio e della sostanza ossea. come pure per slogature e distorsioni

E’ adatto inoltre per fratture dello sperone con formazione di esostosi, interventi nelle articolazioni dopo l’asportazione di frammenti.

Certamente rivolgersi e avvicinarsi alla medicina omeopatica per cavalli è un primo passo per valutare alcune delle indicazioni sopraelencate; si sottolinea l’importanza della consulenza veterinaria e della collaborazione con un professionista della salute equina prima di intraprendere qualsiasi trattamento.

HSJ

RLV

fonti https://www.sisdoh.it/portfolio/samuel-hahnemann/ -Michael Rakow – Calderini ediagricole

Geddes N. – Lockie A., Il libro completo della Omeopatia, Milano, Mondadori, 1998

www.libriomeopatia.it/articoli/staphysagria.php

similsann.swiss

© Riproduzione riservata.

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