
Il ruolo del fisioterapista e osteopata veterinario per il cavallo atleta

Rivolgersi a un fisioterapista e a un osteopata veterinario significa garantire al cavallo – e anche al cane – un supporto completo nella prevenzione, nel recupero e nel mantenimento del benessere fisico. Queste figure, in collaborazione con il veterinario, valutano e trattano disfunzioni muscoloscheletriche e biomeccaniche, migliorando mobilità, performance e qualità di vita.
La fisioterapia favorisce il recupero funzionale dopo infortuni o interventi chirurgici, mentre l’osteopatia ripristina l’equilibrio globale del corpo, correggendo compensazioni e tensioni che ne alterano il movimento. Insieme offrono un approccio preventivo e olistico, essenziale per la salute e la longevità atletica dell’animale.
Il cavallo come vero atleta
Come ricorda Bartolomeo Cavina, fisioterapista e osteopata veterinario, “il cavallo è un atleta tanto quanto noi umani: si allena quasi ogni giorno, affronta carichi di lavoro intensi e partecipa a competizioni agonistiche. Per questo ha bisogno di un supporto costante che gli permetta di prevenire infortuni, recuperare in modo ottimale e mantenere l’equilibrio fisico necessario a esprimere il massimo delle sue potenzialità”.
Ogni disciplina equestre richiede schemi di movimento differenti, ma in tutti i casi il cavallo sportivo necessita di una preparazione fisica mirata. L’intervento fisioterapico e osteopatico contribuisce a mantenere l’equilibrio muscolare e articolare, favorendo il recupero post-esercizio e migliorando la simmetria e la coordinazione dei movimenti.
Prevenzione e biotensegrità
Uno degli aspetti più interessanti del lavoro osteopatico è la capacità di individuare precocemente tensioni o squilibri che, se trascurati, possono evolvere in problematiche croniche. “Vale la regola del prevenire è meglio che curare – spiega Cavina –. Intervenendo tempestivamente su una rigidità o un sovraccarico, si evita che il disturbo diventi cronico e comprometta la prestazione.”
Cavina introduce anche il concetto di biotensegrità, ovvero il principio biomeccanico secondo cui il corpo del cavallo funziona come una rete integrata di elementi in tensione e compressione. “Immaginate il corpo come un sistema di stecche ed elastici: se tiri un punto, l’effetto si distribuisce in tutto l’insieme. Una tensione alla schiena può riflettersi sul collo, sulla groppa o sugli arti. L’obiettivo è ristabilire la stabilità e la simmetria del movimento, garantendo flessibilità e forza.”
Campanelli d’allarme e segnali da non ignorare
Capire quando un cavallo ha bisogno di un trattamento non è sempre facile, poiché l’animale non può comunicare il dolore. Per questo è fondamentale che proprietari e cavalieri imparino a riconoscere i segnali precoci.
Tra i campanelli d’allarme più frequenti:
- cambiamenti nell’andatura, passi più corti o irregolari;
- rigidità o difficoltà nel lavoro su un lato;
- resistenze all’addestramento o perdita di propulsione;
- alterazioni del comportamento, irritabilità o rifiuto della sella;
- calo di performance o difficoltà nelle transizioni e nei salti.
“Spesso – sottolinea Cavina – la causa di un problema visibile, come una zoppia o una rigidità di spalla, non è locale ma secondaria a un’altra disfunzione, ad esempio una cervicale bloccata. Capire l’origine reale è la chiave per risolvere definitivamente il disturbo.”
L’approccio multidisciplinare
Il moderno approccio al cavallo atleta si basa su un lavoro di squadra. Il veterinario resta la figura di riferimento per la diagnosi e la gestione clinica, mentre fisioterapista e osteopata intervengono sul recupero funzionale e sul riequilibrio muscolare. L’istruttore, invece, cura la preparazione atletica quotidiana, fornendo preziose osservazioni sui cambiamenti di rendimento o comportamento del cavallo.
“Il veterinario è la punta di diamante – precisa Cavina – ma è importante una collaborazione costante tra tutti i professionisti coinvolti. Io non posso fare diagnosi, ma posso osservare e segnalare al veterinario eventuali anomalie. Solo così si può garantire un piano di lavoro realmente efficace e rispettoso del benessere dell’animale.”
Frequenza dei trattamenti e importanza della costanza
La frequenza dei trattamenti varia in base all’età, al livello agonistico e alle condizioni fisiche. Cavina suggerisce una cadenza media di una seduta ogni 3–4 settimane per cavalli sportivi di alto livello, e ogni 6–8 settimane per cavalli amatoriali. In fase riabilitativa, o nei soggetti più anziani, gli intervalli si accorciano.
Anche per i cavalli giovani, iniziare precocemente un percorso di fisioterapia e osteopatia favorisce uno sviluppo muscoloscheletrico armonico, riduce le compensazioni posturali e previene infortuni futuri. “Un cavallo seguito costantemente – conclude Cavina – è più simmetrico, consuma meno energia e lavora in modo più efficiente. È un atleta che affronta la competizione con maggiore equilibrio e benessere.”

Dr. Bartolomeo Cavina, classe 1995 ha conseguito un Bachelor in Science (BSc) in Animal Therapy presso il Writtle University College (Regno Unito), successivamente ha proseguito gli studi ottenendo un Master of Science Degree (MSc) in Veterinary Physiotherapy nella stessa università nel 2020. Durante il percorso magistrale ha approfondito gli aspetti clinici e riabilitativi legati alla fisioterapia equina e canina, concentrandosi sul miglioramento della funzionalità muscolare e articolare attraverso programmi di riabilitazione personalizzati.
Nel 2022 ha inoltre intrapreso un corso di specializzazione in osteopatia veterinaria per cani e cavalli con la Animal Osteopathy International AOI) tra Regno Unito e Danimarca, completato nel primo trimestre del 2024, che gli ha permesso di integrare nella pratica clinica una visione più ampia e funzionale del corpo animale basata sui principi di biomeccanica, tensegrità e anatomia integrata.
Sul piano professionale, attualmente lavora come fisioterapista ed Osteopata veterinario per pazienti equini e canini in tutta Italia, occupandosi della valutazione funzionale, della pianificazione di protocolli riabilitativi personalizzati e della collaborazione con team multidisciplinari. Precedentemente di ritornare in Italia ha anche lavorato un anno in Normandia, Francia, presso BW Elevage di proprietà di Vittorio Garrone, approfondendo il settore dell’allevamento di cavalli da salto francese e centro di preparazione sportiva nella gestione strategica e commerciale di una struttura di alto livello.
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