Intervista ad Antonio Maria Garofalo, dai giovani cavalli alle competizioni internazionali

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“Avantea è una risorsa concreta per far crescere l’equitazione italiana”

C’è chi inizia a montare da bambino e chi, come Antonio Maria Garofalo, è cresciuto letteralmente tra i cavalli. Figlio d’arte, con un padre cavaliere internazionale e un maneggio di famiglia a Napoli, Garofalo ha respirato equitazione fin dal primo giorno: “Siamo nati in un maneggio, per me e mio fratello Giampiero è stato naturale salire a cavallo” racconta Antonio.

Oggi è uno dei nomi più noti del salto ostacoli italiano; un percorso costruito in primis su una grandissima passione, ma anche su un forte senso del lavoro, individuale e di squadra. La sua equitazione non si ferma alla performance in gara: spazia dalla formazione dei giovani cavalli alla cura del binomio atleta, fino all’allevamento e all’utilizzo delle più avanzate tecniche di riproduzione assistita. Una visione moderna e lungimirante, che guarda al futuro senza dimenticare il rispetto per il cavallo e la qualità del lavoro quotidiano.

Un inizio difficile, ma con lo sguardo sempre rivolto avanti

Gli esordi non sono stati semplici: “Nel settore giovanile ho avuto due infortuni. Non ho potuto partecipare alle squadre giovanili, ma ero il primo tifoso di mio fratello. Non mi sono mai allontanato da questo mondo.”

La svolta arriva nel 2019 grazie al cavallo Conquestador, con cui debutta in Coppa delle Nazioni a Gijon. “Abbiamo vinto quella Coppa, io, Antonio Alfonso, Filippo Bologni ed Emanuele Camilli. Da lì sono arrivati gli anni più importanti della mia carriera: due volte Piazza di Siena, San Gallo, La Baule, Hickstead, campionati d’Europa e del Mondo.”

Tra i ricordi più emozionanti, uno su tutti: essere in squadra con mio fratello

Il legame tra Antonio Maria Garofalo e il fratello Giampiero va oltre la semplice parentela: è un filo conduttore che attraversa tutta la sua carriera. “Quando io non potevo montare a causa degli infortuni, lui era in squadra e io ero il suo primo tifoso,” racconta.

Cresciuti insieme nel maneggio di famiglia, i due hanno condiviso sogni, delusioni e traguardi, fino a vivere momenti indimenticabili anche in campo gara. Uno su tutti, il secondo posto ottenuto insieme nella Coppa delle Nazioni di Piazza di Siena, un ricordo che Antonio definisce tra i più belli della sua vita.

“Tra i ricordi più emozionanti, uno su tutti: essere in squadra con mio fratello. Il secondo posto a Piazza di Siena è uno dei momenti più belli che ho vissuto.”

Un legame fraterno che è diventato sostegno quotidiano, motivazione e, talvolta, complicità silenziosa nei momenti più difficili.

“Senza un team non si va da nessuna parte”

Nonostante quello equestre venga percepito come uno sport individuale, Garofalo sottolinea quanto sia cruciale il lavoro di squadra: “La mia groom, i compagni di scuderia, la mia famiglia, i proprietari. Tutto è frutto di un ingranaggio perfetto. Senza anche solo uno di questi elementi, l’ingranaggio rallenta.”

Accanto a lui, una fondamentale presenza, quella della moglie Sonia, che lo ha sempre sostenuto. “Sono e sono stato molto fortunato ad averla al mio fianco,” ci ha detto bvisibilmente emozionato.

Oggi Antonio monta per Massimo Bonavura, in un progetto strutturato che include cavalli giovani, soggetti sportivi per i figli del proprietario e cavalli di alto livello per lui. “Mi dedico al 100% a questo progetto, partendo dalla base: i giovani cavalli.”

Cavalli giovani: la base di tutto

Allenare cavalli giovani non è solo una necessità, è una scelta consapevole. “È una grandissima soddisfazione, ma anche una responsabilità. Un cavallo giovane va rispettato, aspettato, valorizzato. Se uno trascura questa fase, quando mancherà il cavallo pronto, si ritroverà con un buco difficile da colmare.”

“Molti cavalli giovani si perdono per la fretta. Vanno fatti crescere fisicamente e mentalmente, rispettando i loro tempi. Sono atleti, come noi.”

Un’attenzione che Antonio accompagna con cura meticolosa anche per la propria preparazione atletica: “Il cavaliere è un atleta, tanto quanto il cavallo. Abbiamo il dovere di tenerci in forma, per rispetto verso il nostro partner e anche verso noi stessi.”

Allevamento e innovazione: Avantea e la biotecnologia al servizio dello sport

Tra le nuove frontiere che Garofalo ha scelto di esplorare c’è quella dell’allevamento assistito. E lo ha fatto affidandosi a una realtà di riferimento: Avantea, centro specializzato in biotecnologie della riproduzione equina, fondato dal professor Cesare Galli.

“Negli ultimi tre anni ho utilizzato i servizi di Avantea, grazie al consiglio di Marco Debolini.
Mi sono trovato sempre molto bene e ho avuto sempre dei riscontri molto positivi. Non è passato nessuno di questi anni senza che io abbia ottenuto dei risultati.

La tecnologia utilizzata è quella dell’OPU-ICSI, una tecnica innovativa di riproduzione assistita.

“Mi sono documentato. È scienza, sì, ma nel rispetto della natura. Non vedo perché non debba essere utilizzata, soprattutto per cavalli importanti o in casi dove la riproduzione naturale non è possibile.”

Una tecnologia che consente di aumentare la competitività dell’allevamento italiano, troppo spesso messo a confronto con i grandi numeri di paesi come Germania, Belgio e Olanda.

“Non possiamo competere sui numeri, ma possiamo alzare il livello. Avantea è uno strumento concreto per farlo.”

Obiettivi e futuro

Dopo due anni di lavoro intenso, Antonio Maria Garofalo è pronto a tornare ai massimi livelli: “Abbiamo fatto due passi indietro per lavorare meglio. Ora ho tre cavalli pronti e spero, entro fine anno, di tornare nelle Coppe del Mondo e in CSI5*”.

Tra la grinta del cavaliere, la delicatezza dell’allevatore e la visione del professionista, Antonio Maria Garofalo incarna oggi un esempio concreto di come la tradizione equestre italiana possa evolversi senza perdere i suoi valori fondanti. E dietro a ogni percorso, a ogni puledro nato, a ogni scelta tecnica, c’è anche il contributo di aziende come Avantea, che mettono la scienza al servizio della passione.

“Il mondo va avanti, e noi dobbiamo evolverci con lui. Con strumenti come quelli di Avantea, possiamo davvero costruire qualcosa di duraturo.”

Ph Stefano Secchi

Intervista a cura di Alessandra Ceserani

Leggi anche “Avantea: un centro all’avanguardia per le biotecnologie della riproduzione equina

© Riproduzione riservata.

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