Intervista al Futurity di Cremona a Chiara Pinazzi: un anno di successi e consapevolezza

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Chiara Pinazzi e FB Topsail Sparkya

Nel nuovo episodio del podcast Kiss & Cry di Horseshowjumping.tv siamo stati a Cremona, al Futurity, per incontrare Chiara Pinazzi, fresca vincitrice del Campionato Italiano Assoluto Limited Open. Un risultato importante, frutto di un percorso lungo, intenso e costruito giorno dopo giorno insieme alla sua cavalla FB Topsail Sparkya.

«Siamo arrivate a questo evento perché ci siamo qualificate avendo vinto il campionato regionale lombardo» racconta Chiara. «Ci siamo presentate qua per cercare di concludere l’anno al meglio e con uno score di 213.5 siamo riuscite a portarci a casa anche questa finale.»

Un traguardo che chiude una stagione impegnativa, come lei stessa ammette sorridendo: «Sì, effettivamente siamo un po’ stanchi perché è iniziata presto la stagione quest’anno e abbiamo appena finito, quindi è stata lunga.»

Una stagione intensa, tra gare e allievi

Il 2025 è stato un anno ricco di appuntamenti per Chiara, impegnata non solo come atleta ma anche come istruttrice. Il campionato regionale, iniziato tra febbraio e marzo, contava una tappa al mese: «Per la classifica si fanno sette tappe e poi si arriva alla fine del campionato italiano, quindi abbiamo fatto tutto il campionato regionale.»

Accanto all’attività personale, anche il lavoro con gli allievi ha portato soddisfazioni: «Abbiamo qualche allievo in diverse categorie, tra l’altro sono andati tutti molto bene, si sono tutti piazzati, quindi è stato un anno positivo sotto tanti punti di vista.»

Ma la stagione non finiva certo lì. Chiara e Sparkya hanno partecipato a diversi special event, arrivando in finale al Maturity e conquistando un prestigioso terzo posto al Derby europeo di Lione. «Siamo andati in finale… e siamo arrivati terze al derby europeo di Lione che è stato 15 giorni fa. E poi subito siamo ripartiti per tornare qui a Cremona.»

Il cavallo come atleta: fisico, mente e un team completo

Chiara Pinazzi 2
Intervista al Futurity di Cremona a Chiara Pinazzi: un anno di successi e consapevolezza 3

Uno dei temi più importanti dell’intervista è la gestione del cavallo-atleta. Chiara lo ribadisce con convinzione: «Il cavallo è l’atleta in questo caso. Per avere un atleta che sta in forma in questo modo tutto l’anno ci vuole davvero un buon lavoro di squadra.»

Veterinari, maniscalchi, massoterapiste: la cura è costante e dettagliata. «La cavalla è sempre tenuta sotto controllo nel minimo dettaglio» spiega. «Era ancora super in forma e super pronta per affrontare questa finale.»

Ma la forma non è solo fisica. Chiara sottolinea l’importanza dell’equilibrio mentale: «È importante sia il fisico quanto la salute mentale del cavallo. Se il cavallo è troppo stressato e non ha mai il tempo di gestire e elaborare le cose a modo, non performa al meglio e non è con te poi in arena.»

Per questo la routine settimanale alterna lavoro e decompressione: paddock nei giorni di bel tempo, lavoro in libertà o alla corda, uscite leggere. «Si cerca di cambiare il lavoro all’interno della settimana in modo da non stressare e sovraccaricare il cavallo» spiega. «Ci sono giorni in cui lavora di più, giorni in cui lavora di meno, giorni di scarico… e quando torna a casa per un po’ sicuramente me sulla schiena non mi ci trova» termina sorridendo.

Una scelta non comune, specie l’uso della cavalla anche nelle lezioni della scuola, ma ponderata: «Questo la rilassa molto. Lei è arrivata a un punto dell’addestramento dove mi permette di fare questa cosa.»

L’istruttrice: educare alla relazione prima che alla performance

Nella seconda parte dell’intervista emergono la Chiara istruttrice e la sua filosofia. Prima delle prestazioni tecniche, viene sempre la relazione.

«Quando cominciano a fare le lezioni da principianti cerco proprio di instaurare un rapporto con l’animale. Prima di andare a cercare chissà che performance voglio che imparino a gestire il cavallo, a gestire le proprie emozioni, a gestire le emozioni del cavallo.»

Per gli agonisti, la priorità è il binomio: «Secondo me creare prima il binomio è fondamentale. Se tu non ti fidi del tuo cavallo e il tuo cavallo non si fida di te, in arena dimostri fino a un certo punto.» Un principio che Chiara ha sperimentato in prima persona: «Con Sparkya ci abbiamo messo tanto a creare questo binomio… adesso comincio a fidarmi di più di lei, lei si fida di me e in arena si vede qualcosa di diverso.»

Il cavallo del cuore: il ricordo di Kashmir

Pur impegnata ad oggi nelle competizioni di reining, Chiara arriva dalla monta inglese. Quando le chiediamo il “cavallo del cuore”, la risposta è immediata: «Kashmir. Ci ho fatto qualsiasi gara possibile nel circuito giovanile e poi più avanti.»

Tra i ricordi più vividi, una Coppa del Mondo in Slovenia: «Lui mi trasmetteva una sicurezza incredibile… qualsiasi cosa gli proponessi davanti lui per me la faceva.»

Dal salto al reining: una scelta di vita

Il passaggio al reining nasce da esigenze lavorative: «Quando diventi grande e devi mantenerti e fare le cose tue… poi per motivi di lavoro sono finita nella scuderia dove adesso lavoro.»

Lì Chiara scopre la disciplina grazie ai cavalli del proprietario: «Da lì è partita questa passione… è una disciplina di tecnica dove devi mostrare ai giudici che il tuo cavallo è addestrato nel miglior modo possibile.»

Sorprendentemente, non sente la mancanza delle gare di salto: «Ogni tanto qualcuno mi chiede se mi manca. Se ne avessi l’opportunità magari la farei anche, però non sento questa mancanza perché questo tipo di disciplina mi appassiona tanto.»

Obiettivi futuri e consigli

Dopo un anno di gare, è tempo di riposo e pianificazione: «A livello mentale dobbiamo riuscire a ridurre un po’ lo stress» spiega. L’inverno servirà per costruire calendari e obiettivi: «Devo pianificare le ragazze del salto, quelle del reining e i cavalli che porterò io in gara. Una volta che si parte con le gare… se non ti sei fatto uno schema prima, poi è difficile aggiustare il tiro.»

Chiara chiude l’intervista con un messaggio limpido e potente: «Se si ha davvero la passione per il cavallo, è importante studiare e imparare il più possibile su questo animale. Non fissarsi troppo sulla performance. Non volere tutto subito. Bisogna farsi un bel mazzo, partire dal basso, essere ambiziosi sì ma con la testa, e avere voglia di lavorare e mettersi in discussione.»

Una visione concreta, tecnica e profondamente rispettosa del cavallo: la stessa che l’ha condotta, passo dopo passo, a un anno di risultati e soddisfazioni.

Se volete ascoltare l’intervista integrale, trovate l’episodio completo di Kiss & Cry su Spotify, il podcast di Horseshowjumping.tv dedicato alle storie degli sport equestri.

Alessandra Ceserani

ph Bonaga Communication

© Riproduzione riservata.

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