Intervista alla giovane amazzone ungherese Aliz Alasztics

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Aliz Alasztics

Abbiamo intervistato Aliz Alasztics in occasione del primo CSI4* dell’Al Shira’aa Le Lame Sagrantino Show Jumping 2025 a Montefalco. “È la mia prima volta a Montefalco, ma sicuramente non sarà l’ultima,” ci ha detto sorridendo. “Sono molto felice di essere qui, è un posto bellissimo.”

Ha partecipato all’evento con due dei suoi cavalli: Message Me Psz e My Way VI, compagni di sport e di vita.

Un’occasione importante per conoscere meglio il suo percorso, i suoi compagni di vita e la passione che la guida ogni giorno in questo sport.

L’inizio di una passione travolgente

Aliz viene dall’Ungheria e il suo legame con i cavalli è nato in modo spontaneo, seguendo l’istinto più che una tradizione di famiglia. “Non vengo da una famiglia di cavalieri. Ho iniziato a montare a cinque anni insieme a mia sorella, anche se lei ora non monta più,” racconta.

Le sue prime volte in sella sono state in un piccolo paese dell’Ungheria, in cui ha vissuto per dieci anni prima di spostarsi in un’altra zona del Paese, dove ha continuato ad allenarsi per altri sei.

C’è stato anche un periodo all’estero che ricorda con entusiasmo: sei mesi in Olanda, un’esperienza formativa sia in campo che fuori. Oggi, insieme al suo fidanzato, porta avanti la sua attività sportiva nei dintorni di Budapest, costruendo un progetto che guarda al futuro senza dimenticare le sue radici.

“Ho sempre saputo che volevo fare questo. Non ho mai avuto un momento in cui mi sia chiesta se fosse davvero quello che volevo.” La decisione di continuare non è mai stata forzata o messa in discussione: è cresciuta così, con i cavalli accanto, e ha seguito quel desiderio.

Una passione che si è trasformata, con il tempo, in un percorso di vita: quello che oggi la porta a competere a livello internazionale.

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I cavalli del cuore

Nel suo attuale team di cavalli troviamo Message Me PSZ e My Way VI, con cui sta affrontando attualmente categorie internazionali.

Ma il legame più profondo resta quello con Concordia HB, oggi mamma a tempo pieno. “Concordia mi ha dato tutto. Posso dire che sia la cavalla della vita fino ad oggi. Spero un giorno di vedere i suoi figli e le sue figlie in gara.”

Traguardi e successi di Aliz

Tra i traguardi più significativi della sua giovane carriera, spicca la vittoria ai Campionati giovanili Ungheresi, sia indoor che outdoor, e la partecipazione agli Europei giovanili: “È stato un momento speciale, mi ha dato consapevolezza e mi ha spinto a puntare ancora più in alto,” ha raccontato.

Ora è cresciuta è consapevole che il vero percorso sportivo sia appena cominciato. “C’è ancora tanta strada da fare, ma io sono pronta a lavorare ogni giorno. Perché in questo sport non puoi controllare tutto: puoi solo prepararti al meglio e farti trovare pronta quando arriva la tua occasione.”


Le persone dietro l’atleta

Nel percorso di ogni atleta, avere accanto una squadra su cui contare può fare davvero la differenza. Per Aliz Alasztics, il sostegno del suo team e dei suoi sponsor è fondamentale, ogni giorno e in gara:

“La mia groom lavora con me da oltre otto anni ed è una figura fondamentale nel mio percorso. Anche la mia famiglia mi sostiene pienamente, senza mai mettermi pressione, ed è sempre stato molto importante per me. Apprezzo il fatto di poter seguire la mia passione in libertà.”

La collaborazione con Mascheroni Selleria

Uno dei punti saldi nel progetto sportivo di Aliz è il supporto di Mascheroni Selleria, azienda italiana che ha scelto di accompagnarla nel suo percorso. “Mi sento orgogliosa di fare parte della famiglia Mascheroni. È molto più di un brand” dice.

Dal punto di vista tecnico, la qualità dell’equipaggiamento è per lei un elemento fondamentale: “Se dovessi dire un articolo Mascheroni di cui non potrei assolutamente fare a meno sarebbe la sella! Mi trovo benissimo, è fantastica. Mi dà stabilità e mi aiuta a stare in equilibrio. Anche l’abbigliamento è incredibile… ogni cosa è pensata per il comfort del cavaliere e del cavallo.”. Quello tra Aliz e Mascheroni Selleria è un rapporto che unisce qualità tecnica, fiducia e valori.

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Un modello femminile nello sport

Nel definire i propri riferimenti, Aliz non ha dubbi: “Il mio idolo da sempre è Edwina Tops Alexander. Mi piace il suo stile, come monta a cavallo, la sua forza. È una gran donna e un modello da seguire.”

Dal punto di vista tecnico, Aliz lavora molto sull’osservazione e sull’ascolto del cavallo: “Ognuno ha il suo carattere, non monto mai due cavalli allo stesso modo. Mi adatto, cerco di capirli, di trovare la strada giusta per ciascuno.”

Un approccio fatto di piccoli aggiustamenti quotidiani e di grande attenzione. Il suo obiettivo non è solo vincere, ma creare binomi stabili e duraturi, che crescano insieme. “Non voglio cambiare cavallo ogni anno. Voglio costruire qualcosa con loro, fare un percorso.”

Quotidianità e ambizioni

“In Ungheria il mondo dell’equitazione è piccolo. Ci conosciamo tutti. Ma ci sono tanti ragazzi bravi, con voglia di fare,” racconta.

Vivere e allenarsi in un paese meno esposto rispetto ai grandi centri internazionali non è semplice, ma Aliz lo vive con grande senso di appartenenza.minil

“Vorrei portare un po’ del mio paese nel mondo, anche se non è facile,”spiega.

La quotidianità di Aliz scorre tra la scuderia e l’allenamento, con un ritmo serrato, ma sereno. “Non faccio molte gare. Preferisco prepararmi bene, piuttosto che andare in concorso tanto per andare. Quando vado, voglio essere pronta.

Anche questo fa parte del suo stile: niente fuochi d’artificio, ma costruzione lenta e mirata. “Non voglio sforzare i cavalli. Voglio che crescano con me, che si sentano tranquilli.” Ogni cavallo, per lei, è una responsabilità: emotiva, tecnica e professionale.

Quando le viene chiesto cosa sogna per il futuro, Aliz risponde: “Vorrei un giorno partecipare a dei CSI5*, ma solo se ci arriverò con i miei tempi. Non voglio correre. Voglio arrivarci con calma, con i miei cavalli e con il mio team.

Un desiderio chiaro, ma mai gridato. Nessuna fretta, nessuna ansia da prestazione, questa è Aliz Alasztics.

A cura di A. Ceserani | ph Marco Proli


© Riproduzione riservata.

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