Intervista al cavaliere internazionale Sameh El Dahan

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Sameh El Dahan: una vita dedicata all’equitazione

Horseshowjumping.tv ha avuto l’onore di intervistare il cavaliere britannico di origine egiziana Sameh El Dahan, un campione per il Salto Ostacoli internazionale. Il cavaliere, sicuramente uno degli atleti più famosi nel panorama equestre mondiale attuale, ha raccontato la sua storia, parlando della sua carriera, dei suoi cavalli, soffermandosi sulle differenze tra Egitto ed Europa per ció che riguarda il mondo dell’equitazione.

Le origini di Sameh El Dahan

Sameh ha iniziato ad approcciarsi al mondo dei cavalli sin dalla tenera età di cinque anni, quando accompagnava suo fratello maggiore alle lezioni. In breve tempo, l’entusiasmo per questo mondo ha fatto sì che volesse iniziare a praticare questo sport, se non fosse stato per un avvenimento che avrebbe potuto fermare la sua passione prima ancora di iniziare. Era solo un bambino quando l’istruttore gli disse che non avrebbe potuto iniziare ad andare a cavallo in quel momento: “Ero molto piccolo e l’istruttore mi disse: “No, non puoi ancora andare a cavallo. Non abbiamo pony in Egitto.” Ai tempi avevamo solo cavalli arabi, erano più o meno tutti della stessa taglia, non avevano la possibilità di lavorare con dei pony”.

Ha ricordato poi sorridendo,“A vedere mio fratello e gli altri bamibini montare, mi son venute le lacrime agli occhi e, alla fine, mi hanno fatto salire a cavallo e ancora dopo tanti anni, oggi sono qua, ancora a cavallo”. Da lì, Sameh ha continuato il suo percorso sportivo e all’età di appena nove anni partecipava già ai primi concorsi, dimostrando fin da subito un’ambizione straordinaria e un forte spirito competitivo che, successivamente, lo spinsero a cercare l’eccellenza in questo sport. “All’età di undici anni, ho partecipato a una competizione a Le Touquet in Francia. È stato il mio primo internazionale” ricorda Sameh. Sorprendentemente, è riuscito a vincere già il primo giorno delle competizioni e ciò gli ha dato il giusto incentivo per continuare e, da lì, è stata una carriera in continua ascesa.

Un elemento fondamentale per Sameh El Dahan è sempre stato il sostegno dei suoi genitori, entrambi medici, quindi non era di certo una passione di famiglia, ma è stato incoraggiato fin dall’inizio: “I miei genitori erano estremamente incoraggianti e mi hanno sempre permesso di trascorrere tutte le miei estati a cavallo e di dedicarmi alle competizioni”. Il loro sostegno gli ha certamente permesso di coltivare la sua passione e di perseguire i suoi sogni.

Scoprire la sua vocazione: la scelta del Salto Ostacoli

Sameh ha definito “divertente” il fatto che le sue prime esperienze fossero prevalentemente nel dressage, ma quando all’età di nove anni passò da una scuola di equitazione focalizzata sul lavoro in piano a una che prevedeva anche delle sessioni di lavoro sul salto, Sameh capì quale fosse la sua strada. “Quando ho saltato il mio primo ostacolo, ho detto – Ok, questo è quello che voglio fare davvero!”.

Acquisire esperienza all’estero

Per superare i limiti imposti dal suo Paese, Sameh ha colto ogni opportunità per sperimentare preziose esperienze all’estero. Ricordando le sue estati trascorse a cavallo in Europa, accompagnando la squadra egiziana, ha detto: “Partivo ogni estate per andare a montare a cavallo in una scuderia in Europa, all’epoca seguendo la squadra egiziana Juniores e Young Rider” Queste esperienze hanno fornito a Sameh diversi spunti per capire che quella era la vita che avrebbe voluto fare.

Poi ha continuato, “sono stato fortunato perchè sono riuscito a montare nell’accademia di polizia, anche se non ero un poliziotto, in un posto veramente molto grande dove non potevi che montare a cavallo tutto il giorno, potevi uscire in passeggiata, galoppare intorno alla struttura, saltare quando volevi. Mi ricordo che montavo a cavallo dalle 8 di mattina alle 20 di sera, poi mangiavamo, giocavamo con gli altri bambini, poi tornavi a cavallo di nuovo. E’ stato davvero divertete“.

Nella costante ricerca dell’eccellenza, Sameh ha trovato un supporto inaspettato nell’accademia di polizia, come ci aveva anticipato a inizio intervista. Lì il cavaliere ha potuto affinare la sua tecnica, avendo la possibilità di allenarsi tutto il giorno e di montare moltissimi cavalli diversi fra loro e si sa, questo è l’uncio modo per imparare bene questo mestiere. “L’accademia di polizia mi ha supportato davvero: a volte montavo cavalli esperti, a volte cavalli giovani… Quindi tutte queste cose credo abbiano aiutato la mia formazione,” ha aggiunto.

L’importanza della versatilità

L’aver montato molti cavalli diversi fra loro nel corso della sua carriera, ha permesso a Sameh di rafforzare non solo le sue abilità tecniche, ma anche di affinare la sua adattabilità come cavaliere. “Ora sono in grado di lavorare qualsiasi cavallo in qualsiasi giorno e ottenere subito un buon riscontro,” ha detto. Questa capacità di valutare rapidamente e adattarsi alle esigenze di ogni cavallo riflette la sua versatilità e sottolinea la sua convinzione secondo cui essere flessibile è fondamentale in questo sport: “Credo sia davvero importante adattarsi ai cavalli piuttosto che cercare di plasmarli affinchè modifichino il loro modo in base alle preferenze del cavaliere,” spiega, sottolineando il suo impegno nel promuovere un rapporto quanto più possibile armonioso.

Tra equitazione e studio: una scelta difficile

Vengo da una famiglia di medici, i miei genitori sono medici, lo sono i miei cugini e anche mio fratello” ci ha raccontato Sameh: “ovviamente ho studiato anche io medicina e ho dovuto gestire lo studio, gli esami e l’equitazione. Non è stato poi così difficile perchè fortunatamente apprendo molto velocemente, però sicuramente fino a che l’ho fatto, la mia concentrazione era principalmente su quello, più che sul cavallo.”

A un certo punto, però, Sameh El Dahan ha capito che il suo futuro sarebbe stato in campo gara, e non nelle corsie di un ospedale quindi ci ha detto: “Penso fossi al terzo anno di medicina quando ho chiamato i miei, li ho fatti sedere e ho detto loro – Voglio fare il cavaliere di professione! Da lì ho iniziato ad allenarmi in Egitto, con un amico che aveva sempre sognato di fare il cavaliere di professione. All’inizio, quindi, ho appreso un po’ da lui, dalla sua passione e dal suo amore per i cavalli. Questo mi ha fatto arrivare dove sono oggi”

Dall’Egitto all’Europa: la carriera di Sameh El Dahan

Il percorso di Sameh El Dahan nel mondo dell’equitazione è stato sempre caratterizzato da numerose sfide, a partire dalla volontà di praticare questo sport a livello agonistico in Egitto. Banalmente, la prima difficoltà risiedeva nella ricerca del cavallo giusto: “Alleviamo cavalli arabi, che forse possono andare bene fino a categoria di 1.10 m/1.20 m, ma poi basta. Quindi abbiamo dovuto comprare tutti i cavalli dall’Europa.”

Le soddisfazioni sotto la bandiera britannica

La transizione per rappresentare la Gran Bretagna ha segnato una pietra miliare significativa nella storia professionale e personale di Sameh. Nonostante le sue radici egiziane, Sameh è contento e soddisfatto di montare per la bandiera britannica e ci ha detto: “ancora non ho raggiunto l’apice da quando monto per la Gran Bretagna, ma penso che quest’anno sarà davvero un buon anno visto che ho dei cavalli incredibili.”

L’amore per il suo Paese

Competere per l’Egitto sulla scena globale è stata una fonte di immenso orgoglio e realizzazione per Sameh. Ricordando i suoi momenti salienti rappresentando il suo paese d’origine, ha raccontato con orgoglio: “Ho gareggiato due volte ai World Equestrian Games sotto la bandiera egiziana.” Inoltre, ricorda con affetto di essere stato il primo egiziano a partecipare alle finali della Coppa del Mondo nel 2011 e a vincere il prestigioso Grand Prix Rolex a Calgary.

Tuttavia, è stata la storica qualificazione della squadra dell’Egitto alle Olimpiadi a lasciare un segno indelebile nella mente di Sameh. “Il giorno in cui l’Eigtto si è qualificato per le Olimpiadi… Non riesco a spiegare le emozioni che ho provato” ha riflettuo, evidenziando il significato profondo del traguardo per se stesso e per la sua nazione.

Per sessant’anni non ci eravamo più classificati come squadra, quindi è stato un vero e proprio sogno per me, per la squadra, per le persone che supportano lo sport del Salto Ostacoli in generale in Egitto” ha detto il cavaliere profondamente emozionato.

Il cavallo del cuore: Suma’s Zorro, insostituibile

Tra i compagni ìdi Sameh, uno occupa un posto particolarmente speciale nel suo cuore: Suma’s Zorro. Descrivendo il loro legame unico, ha detto: “Sì, senza dubbio è lui il mio cavallo della vita. Ho cavalcato tanti grandi cavalli quando ero più giovane e ora tutti mi chiedono chi sarà il mio prossimo Zorro, e io continuo a dire che non esiste nulla del genere. E’ impossibile!

“È un cavallo che capisce tutto ciò che sto pensando, non solo facendo. E’ un legame inspiegabile a parole” .

Gli obiettivi futuri

Guardando avanti, le aspirazioni di Sameh sono ambiziose quanto mai. Con lo sguardo rivolto alle Olimpiadi 2024 e al consolidamento della sua posizione nella ranking mondiale ha detto: “Il mio obiettivo immediato è partecipare alle Olimpiadi e salire in classifica nella ranking mondiale FEI di Salto Ostacoli” e noi speriamo insieme a lui che possa raggiungere tutti i suoi obiettivi.

© Riproduzione riservata.

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