La Bottega di Stefano Conticelli, un mondo in cui cuoio, lana e legno diventano magia

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Stefano Conticelli bottega del cuoi 2024

Se Roald Dahl, padre letterario di Willy Wonka e del romanzo “La fabbrica di ciocccolato” avesse incontrato Stefano Conticelli e la sua Bottega, chissà probabilmente se ne sarebbe innamorato fino a scivere “La Fabbrica del Cuoio”

Difficile descrivere la Bottega di Stefano Conticelli, che pure rende elegante uno scorcio di Piazza di Siena

Ai piedi della Casina dell’Orologio, se non come un piccolo mondo mutevole in cui il cuoio, il legno, la lana, la juta, il ferro i colori – tutte cose meravigliosamente naturali – prendono vita e forma mostrandosi ora balocchi, ora sculture, ora accessori unici ed esclusivi. “Poesia e gioco”, dice lui. Perché Stefano Conticelli sfugge ad ogni definizione: artigiano, scultore, art designer, pittore, inventore, visionario, esploratore di mondi e materiali, futurista e futuribile.

Che non si provi a racchiuderlo in una definizione perché non è possibile. Lui è un Willy Wonka del cuoio, del legno e dei colori naturali come ce ne sono pochi e può vestirsi di quelle definizioni di Dahl che indossa alla perfezione, col suo “viso illuminato di divertimento e gioia” e i “suoi occhi meravigliosamente luminosi”.

Il suo rapporto con Piazza di Siena e il mondo dei cavalli è viscerale, intenso. Ha creato pezzi unici, dal tavolo interamente in cuoio all’ultima creazione che è rimbalzata tra le copertine dei tg e le foto di chi guarda, ammira e gli chiede conto del suo genio. L’ultima opera dedicata al cavallo, si chiama ‘Diego’. “Un’opera con la quale ho voluto aprire una finestra sul futuro – dice il maestro Conticelli, come lo chiama chi ne conosce l’arte – pur viaggiando nel passato, fino alla rievocazione di un arco romano collocato ai piedi della scultura».

Poi, eccolo lì, il cavallo, bellissimo, con questa sua forma minimale eppure dinamica: «Nel rilievo della criniera e nella tecnica che ho utilizzato per la scolpitura con scalpello, sega e altri utensili di stretta derivazione egizia, c’è un vero viaggio nelle epoche antiche”, conclude il Maestro. Finito il Concorso di Piazza di Siena, tornerà in Umbria, la sua terra, dove colori e profumi ispirano la sua arte, riprendendo quel viaggio nel futuro che strizza l’occhio al passato.

Sara Galmazzi

nella foto Stefano Conticelli

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