La simbologia duale e il fascino del cavallo

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Empatia uomo-cavallo fondamentale intesa

Sin dall’antichità, il fascino del cavallo ha incuriosito tutti i popoli, lasciando una forte impronta nella memoria collettiva. Considerato sacro e animale ‘totem’, da sempre è raffigurato affianco all’uomo non solo nella sua narrazione storica, ma anche mitologica e letteraria.

Nel tempo, la simbologia del cavallo ha rivestito molteplici, e contraddittorie accezioni, legate ai momenti storici e alle credenze culturali prevalenti.

Il cavallo archetipo, è di fatti, di natura duale, e rappresenta la manifestazione continua degli opposti. Nasce come figlio della notte e del mistero, messaggero sia di morte che di vita.

Da un lato, è creatura lunare e ctonia, connessa alle acque, che nutre o annega; dall’altro, uranica e solare, connessa al fuoco, che distrugge e trionfa.

Sul piano ‘materiale’, la dualità racchiusa nel simbolo del cavallo è spesso espressa dal colore del manto: il bianco esprime l’istinto padroneggiato; il nero, al contrario, evoca gli istinti primordiali incontrollati. I due colori opposti raccontano della continua relazione dialettica tra il bene e il male, tra la psiche e la mente.

Come la notte conduce al giorno, anche il cavallo muta d’aspetto, abbandonando le sue cupe origini per seguire la luce, e innalzarsi fino ai cieli.

Il simbolo del cavallo bianco

Il bianco cavallo celeste esprime ‘la più nobile conquista dell’uomo’, ovvero la bellezza compiuta tramite il dominio dello spirito sui sensi.

Simboleggia la maestà e il divino, e nei testi di diversi popoli diventa il destriero di eroi, santi e conquistatori spirituali.

Nell’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento, le armate celesti che accompagnano Cristo cavalcano cavalli bianchi.

Nella mitologia greca, quattro cavalli bianchi tirano il carro del dio del sole Apollo, diventando attributi del dio stesso. Nei testi buddhisti, il principe Siddharta è affiancato da “Kanthaka”, anche lui di manto bianco, e nella tradizione islamica, ritroviamo “Burak”, il bianco cavallo alato del Profeta Maometto.

Il simbolo del cavallo nero

La simbologia del cavallo nero evoca una potenza infernale e sinistra; manifesta la morte, e le pulsioni autodistruttive dell’uomo.

Dall’Antica Grecia al Medioevo, il cavallo dal manto oscuro viene raffigurato come cavallo della morte, diffuso in tutta la tradizione europea. Il cocchio di Ade, dio greco degli inferi, è portato da quattro cavalli neri dell’oltretomba.

Anche nella marcia dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, il terzo è in sella a un cavallo nero, metafora di una grande carestia materiale e spirituale. Una delle leggende scozzesi più famose parla dei “Kelpies”, demoni acquatici con le sembianze di maestosi cavalli neri. 

La dualità del cavallo nel mito di Platone

Attraverso l’immagine di un carro tirato da due cavalli, il filosofo greco antico Platone, nell’opera “Il Fedro” (IV secolo), elabora un mito per spiegare la dualità dell’anima umana, divisa tra il sensibile (la materia) e lo spirituale.

Nel mito della biga alata, Platone personifica l’anima in una biga trainata da due cavalli alati: uno bianco, che esprime l’anima spirituale e sede di passioni elevate; uno nero, simbolo della bassezza e materialità dell’anima. I due cavalli sono tenuti da un’auriga, simbolo della ragione, che ha l’arduo compito di raggiungere l’Iperuranio, il mondo delle idee e della verità.

Nel testo, la coppia di cavalli simboleggia il dualismo legato alla parte irrazionale dell’anima, e la sua continua lotta interiore. Da un lato, il cavallo bianco spinge verso l’alto, la pianura celeste di conoscenza, ma dall’altro, il cavallo nero tira verso il basso, allontanandosi dall’essere per rimanere nel mondo sensibile, e nella dimensione del desiderio.

Il fascino del cavallo, con la sua natura duale e simbolica, continua a ispirare l’immaginario collettivo, intrecciando miti, credenze e narrazioni che riflettono l’eterno conflitto tra luce e ombra, spiritualità e materia.

Ludovica Locatelli

fonte: Dizionario dei Simboli di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant, anno edizione 1999, titolo originale Dictionnaire des symboles

© Riproduzione riservata.

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