Lalla Novo per rappresentare i tecnici

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Oltre ai presidenti ed ai consiglieri, i giochi sono aperti anche per la carica da rappresentante dei tecnici.
Tra i candidati abbiamo fatto quattro chiacchiere con la gentilissima Lalla Novo alla quale abbiamo fatto la domanda di rito: come mai questa candidatura? Era nell’aria già da un po’; pensavo a questa eventualità ed eccomi qua a correre per un posto, per altro non ambitissimo dai più.
Ultimamente mi ero soffermata ad osservare quello che succedeva nell’equitazione di altri paesi ed ho pensato che tanti “modelli” potessero essere riproposti in Italia per migliorare la nostra di equitazione, mi riferisco alla formazione, ai giovani, alle patenti ed agli istruttori.
Prima di candidarmi ho riflettuto molto sul fatto che, essendo la mia area di competenza e l’incarico da rappresentante dei tecnici, poco appetibile rispetto ad altri, ho pensato che forse mi avrebbero lasciato lavorare con un po’ di serenità, almeno spero.
C’è tanto fare; vorrei mettere mano subito al “corri al punteggio” e “corri alla firma”, in riferimento al mondo del salto ostacoli. Poi un cavaliere arriva magari alle olimpiadi senza sapere nulla del regolamento, a “tentoni”. Le è stato proposto di candidarsi e se si, da chi? E’ stata una mia idea; mi è capitato spesso di pensare e dire apertamente che mi sarebbe piaciuto ricoprire questo delicato compito.
Certamente la molla “scatta” quando vedo gli istruttori entrare magari in premiazione in bermuda, o ancora peggio quando in visita preliminare in concorsi anche internazionali i cavalli sono presentati dai “groom”, allora lì si che vorrei mettere mano “da dentro” ai regolamenti.
In quei casi il nostro sport è mal rappresentato; non vorrei mettere ordine bensì tornare a parlare di equitazione seria, dalla conoscenza del cavallo come animale, all’intimo rapporto con esso. Chi sono i tuoi contendenti più accreditati? Non ne ho davvero idea. Sono convinta che  l’incarico per il quale mi sono candidata sia davvero duro e difficile e richiede grosso impegno, per questo motivo credo non stiano “sgomitando”.
In virtù del grosso impegno al quale sarei chiamata in caso fossi eletta, se dovesse spuntarla qualcun’altro non sarebbe un grosso problema. Veniamo al dunque; quali sono gli ambiti sui quali andrebbe da subito a lavorare? Sicuramente mi occuperei da subito degli istruttori, categoria non tutelata.
Penserei subito ad un minimo di inquadramento assicurativo; l’albo di categorie esiste ma non si capisce bene come funzioni e come lavora.
L’ANIE benmerita si è spesso prodigata in favore degli istruttori ma non basta.
Rimanendo in tema vorrei sottolineare che oggi, un centro ippico, per essere affiliato alla Fise deve avere tra le figure presenti nel suo staff quella dell’istruttore federale; o meglio esso deve essere presente almeno due e tre volte a settimana.
Spesso accade che l’istruttore sia “latitante” o firmi solamente, facendo svolgere le proprie funzioni magari ad un OTEB quando va bene, o nella peggiore delle ipotesi ad un “maniscalco” appassionato, senza nulla togliere alla preziosissima categoria.
Spesso un centro non può permettersi di stipendiare un istruttore, quindi bisogna escogitare qualcosa e subito.
Magari creare due categorie, istruttore a tempo pieno ed istruttore che lavora a “cottimo” una sorta di consulente.
Quello che sinceramente non posso accettare è il fatto che un OTEB accompagni un ragazzo a far ricognizione su un percorso di 1.40 cm, magari senza aver mai saltato lui stesso quella misura!! Le vere scuole di equitazione sono morte. Vorrei che ne esistessero, magari una in ogni regione e di quelle “vecchio stampo”; su questo punto mi batterò.
Oggi un ragazzino frequenta un corso di equitazione e dopo un mese l’istruttore o chi per lui chiede al papà del giovane atleta di comprare un cavallo; dopo un anno bisogna fare il salto di qualità e comprarne un altro e poi arriva il primo grado finalmente, quindi il vero cavallo.
Abbiamo legato le patenti al cavallo; un mio conoscente mi ha riferito: è costato in termini economici più far prendere il primo grado a mio figlio che il mio brevetto da pilota di aerei!!
Cerchiamo di semplificare dunque la vita ai genitori dei nostri atleti che saranno costretti altrimenti, vista la difficile congiuntura economica che tutto il mondo sta vivendo, a portare i loro figli a giocare a “calcetto” o a “danza”, con tutto il rispetto degli sport citati.
 
La parola d’ordine sarà accessibilità a basso costo ed alta qualità.
Spero e concludo che la Fise voglia destinare nuove risorse per potenziare la nostra squadra nazionale ed arrivare a migliori risultati.
Dopo il percorso netto ottenuto da Bonomelli a Verona, un boato ha scosso le tribune; da lì si intuisce quanto i risultati positivi in qualunque sport, anche nelle equitazione, possano trainare tutto il paese, come Tomba quando vinceva nello sci, tutti sciavano…

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