L’allenamento del cavallo sportivo: libertà e creatività
Pronti per parlare dell’allenamento del cavallo sportivo? La stagione 2025 è alle porte, non stiamo più nella pelle. Abbiamo voglia di sentire quell’adrenalina pre campana, di spingerci al limite per raggiungere i nostri obiettivi in sella, sì, le gare quelle giornate assurdamente faticose fatte di sveglie all’alba, viaggi, box, polvere e fango, ma splendidamente belle, a prescindere dal risultato.
Per affrontare al meglio la nuova stagione agonistica la cosa principale è preparare con attenzione, senza tralasciare nessun dettaglio, il vero protagonista di tutto questo: il nostro cavallo. E allora chi meglio di una veterinaria specializzata e donna di cavalli può consigliarci in merito?
Abbiamo per questo fatto quattro chiacchiere, come sempre piacevoli e illuminanti con la Dottoressa Carlotta Caminiti, fondatrice del “Centro Veterinario Le Cicogne” ad Agrate Conturbia (No) dove all’attività di riproduzione affianca quella di riabilitazione di cavalli sportivi infortunati. La Dottoressa Caminiti ha una precisa idea di cavalli ed equitazione che, unita ad anni di studio in Italia e negli Stati Uniti la hanno portata ad una conclusione: lasciamo che i cavalli facciano i cavalli!
Liberi di testa
Questa frase non significa, ovviamente, lasciare i nostri cavalli allo stato brado, saltarci sopra e via… in gara. Al contrario! Vuol dire stilare un programma di allenamento preciso ed efficace che lasci loro il tempo di sedimentare, di riposarsi, di pascolare al paddock. Insomma, di fare i cavalli.
È vero che i cavalli imparano per ripetizioni, e lo stesso avviene per i cavalieri. Senza ripetere gli esercizi è difficile impararli, è giusto. Tuttavia esistono sempre dei compromessi. Insomma, non facciamo annoiare i nostri amici a quattro zampe, rendiamo i loro allenamenti diversificati, creativi, diversi ogni giorno.
E fidiamoci! Se il nostro è un cavallo adulto, sano e con alle spalle diverse stagioni agonistiche, possiamo stare sicuri che sarà perfettamente in grado di affrontare le categorie che ci aspettano in concorso, non serve ripetere gli stessi esercizi allo sfinimento. Proviamo, certo, ma una volta fatto bene “salviamo il file”, una carezza, passo e fine. La noia e la ripetizione, insomma, sono quello che spegne il cavallo, lo innervosisce, non lo rende collaborativo. Divertiamoci!
Gran varietà
I nostri amici, per essere performanti, devono essere sani, non solo fisicamente, ma anche a livello psicologico. Per allenarli al meglio in vista di una stagione ricca di impegni, quindi montiamoli, magari a giorni alterni, ma anche ogni giorno, ma variamo il lavoro. Un giorno possiamo fare qualche cavalletto, un giorno dedicarci al lavoro in piano, uno andare a fare una bella passeggiata.
Se ne abbiamo la possibilità e il terreno lo permette, trottare e galoppare in campagna è rilassante per i cavalli e li aiuta a fare fiato e mettersi in forma. Un grande lavoro da proporre ai nostri compagni di gara è il salto in libertà. Li diverte ed è altamente allenante. Il tutto, ovviamente, condito da rilassanti ore da trascorrere in paddock. Un cavallo rilassato è fiducioso e pronto a dare tutto sé stesso sotto la nostra sella.
Cervello emozionale
Per capire questo tipo di lavoro, farlo nostro e, di conseguenza, per raggiungere il massimo in gara, pensiamo al cervello dei nostri cavalli, a differenza nostra la loro corteccia è piuttosto ridotta, mentre ha enorme spazio la parte emozionale del cervello.
Vivono, insomma, di istinti, fanno fatica a controllare ed elaborare le emozioni. Questa componente emozionale va altamente considerata da noi cavalieri, più sono le esperienze positive, più il cavallo risponde con la voglia di fare. Staccare, per esempio, dopo un periodo intenso, è fondamentale.
Regalare intere settimane di paddock tra un periodo di gare e l’altro fa benissimo ai cavalli. Molti ospiti della clinica, ad esempio, alternano il treadmill in acqua a lunghe ore in paddock. In questo modo non perdono la muscolatura, decongestionano e, soprattutto, staccano con la testa.
Niente paura
Non fossilizziamoci, quindi, su una marea di esercizi sempre uguali, sperimentiamo, permettiamo ai nostri cavalli di esplorare e di avere esperienze positive insieme a noi.
Concentriamo il lavoro così da minimizzare il tempo rendendolo però efficiente ed efficace, ovviamente il tutto in seguito a un buon riscaldamento, che deve durare almeno venti minuti, e a un lavoro di raffreddamento alla fine della sessione di lavoro. Mettiamoli nella condizione di capire e loro capiranno.
Elena Pecora
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