L’Amérique del giorno dopo. Tanto rumore per nulla.

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Prix-d-Amerique

L’arrivo, le delusioni, il pubblico e quei nastri da abbandonare.

Il predestinato Idao de Tillard

Da settimane tutti i commentatori sportivi continuavano a ripetere il nome del cavallo allenato da Thierry Duvaldestin come vincitore della “Legend Race” francese: l’Amérique.

In verità qualcuno aveva provato a mettere dubbi sull’arrivo dato come scontato ma ben presto zittito da quanti ritenevano che sette vittorie consecutive su quella stessa pista nelle precedenti sette corse fossero più di una semplice possibilità ovvero come una sorta di predestinato.

L’Italia s’è desta? Non proprio

Come giudicare il settimo posto di Ampia Mede Sm e il nono ottenuto da Vivid Wise As se non con un pizzico di amarezza?

Alla figlia di Ganymede, molto appoggiata al betting, è mancato il finish dello scorso anno mentre il gioiello di Antonio Somma ha confermato che l’Amérique non è la sua corsa.

Posso entrare?  Ma lei chi è? 

Quanto capitato ieri a Vincennes a Giampaolo Minnucci e raccontato da lui stesso, fa sorridere ma ha permesso, nello stesso tempo, un ricordo.

Il driver di Varenne non era stato riconosciuto all’ingresso dal personale addetto al controllo e pertanto gli era stato negato l’accesso. 

Tutto poi risolto ma l’efficienza mostrata e la rigidità applicata ha fatto tornare alla mente scene esilaranti osservate decenni addietro varcando i cancelli lato scuderie di un ippodromo italiano. 

Le Tribune di Vincennes, gioia per gli occhi

A vederle strapiene hanno ricordato, con le dovute proporzioni numeriche, gli anni d’oro del Gran Premio Lotteria di Agnano.

Sessantamila ne hanno contati presenti ieri a Vincennes, festosi e rumorosi quasi quanto gli oltre 30 mila del 2002 al termine di una race off  tra Varenne e Victory Tilly

L’evento ippico parigino ha altresì offerto l’occasione a molti anche di ricordare quando erano i cavalli francesi e svedesi a venire a correre in Italia a caccia dei ricchi montepremi messi in palio, ma su questo meglio sorvolare.

Pronti, partenza, via

Già “via” ma nel senso di eliminare definitivamente le corse con partenza ai nastri. Sono anni che in tanti chiedono di far svolgere gare solo con avvio dietro l’autostart ma per ragioni varie ancora si persiste a tenere in vita questo tipo d’inizio corsa. 

Non sarà l’unica cosa da modificare per cercare di eliminare polemiche post gara ma lavorare per dare maggiore regolarità alla singola competizione va inserito tra i primi punti dell’agenda di chi ha tra le mani la sorte dell’ippica italiana.

Rivivi l’Amérique e scopri tutti i risultati qui

Bruno Delgado

© Riproduzione riservata.

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