
Preparazione fisica del cavaliere: l’importanza dell’analisi funzionale per la performance del binomio

Nel contesto dell’equitazione italiana, l’attenzione è spesso rivolta quasi esclusivamente al cavallo, mentre la preparazione fisica del cavaliere o dell’amazzone viene sottovalutata.
Eppure, il cavaliere costituisce il 50% del binomio: trascurare la sua condizione fisica, la postura e la consapevolezza corporea significa limitare la trasmissione degli aiuti, la qualità dell’assetto e la comunicazione con il cavallo, compromettendo nel tempo la performance e l’equilibrio dell’intero sistema uomo-cavallo.

Sofia Caniato, preparatrice fisica specializzata in cavalieri e amazzoni, propone un metodo di lavoro strutturato su basi tecniche e analitiche. Ogni percorso inizia con una valutazione posturale approfondita, sia statica che dinamica, svolta a terra e in sella. Questa fase consente di individuare asimmetrie, compensi, instabilità articolari e deficit di forza, elementi che influenzano direttamente la biomeccanica e la relazione con il cavallo.
Un’alterazione posturale a terra tende infatti a ripresentarsi anche in sella, portando il cavallo a modificare il proprio equilibrio, con ripercussioni sulla performance complessiva del binomio.
L’osservazione dinamica a terra permette di analizzare come il cavaliere utilizza ciascuno degli aiuti, valutando la coordinazione neuromuscolare, la capacità di attivare ogni aiuto in modo indipendente, nonché i livelli di forza e resistenza espressi durante i movimenti.
Si identificano così eventuali punti deboli, come deficit di forza o mobilità, sia negli arti superiori che inferiori, parametri fondamentali per una trasmissione efficace degli stimoli motori. Ad esempio, un arto inferiore più debole può portare il bacino fuori asse rispetto al seggio della sella, alterando la simmetria e l’equilibrio del binomio.
Il core assume un ruolo centrale, inteso come sistema integrato di muscoli stabilizzatori della colonna e del bacino (grande e medio gluteo, erettori spinali, muscolatura profonda).
L’allenamento viene strutturato per rispondere alle esigenze biomeccaniche della disciplina: flessione, estensione, rotazione e contro-rotazione, al fine di garantire stabilità, controllo e precisione del gesto sportivo.
Tuttavia, la forza non basta senza una buona propriocezione: il cavaliere deve sviluppare la capacità di percepire e modulare la propria posizione nello spazio, sia in condizioni statiche che dinamiche. Solo una propriocezione avanzata consente l’ottimizzazione dell’assetto, la riduzione dei compensi e l’efficienza nell’interazione con il cavallo.
La preparazione fisica del cavaliere rappresenta quindi un investimento sulla qualità della performance e sulla longevità sportiva del binomio. Nei prossimi articoli verranno approfonditi i protocolli di valutazione funzionale, l’organizzazione delle sedute di allenamento e la costruzione di routine pre e post gara.
Sofia Caniato
Equestrian Performance Coach – Laureata Magistrale in Scienze dello Sport e della Preparazione Fisica
Instagram: @sofiacaniato_coach

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