Riproduzione assistita nel cavallo sportivo: il sessaggio degli embrioni

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Sessaggio degli embrioni equini: evoluzione tecnologica e nuove opportunità.

Lo sviluppo delle tecnologie di riproduzione assistita ha permesso di evolvere le strategie di allevamento nelle specie di interesse zootecnico, primariamente nel bovino già dagli anni Ottanta, ma più lentamente anche nell’equino. L’introduzione dell’inseminazione artificiale nel cavallo alla fine del XIX secolo ha permesso la conservazione e la distribuzione del materiale genetico maschile.

Successivamente, anche la genetica delle femmine di grande valore ha potuto avere un maggiore impatto attraverso le tecnologie basate sulla raccolta di embrioni da donatrici pregiate e trasferimento in riceventi che portino a termine la gravidanza con la nascita del puledro desiderato. A queste tecniche si è affiancata la procedura Ovum Pick Up – ICSI, che consiste nella raccolta di ovociti dalla donatrice per via transvaginale sotto controllo ecografico, seguita da fecondazione in laboratorio e produzione di embrioni.

Il numero di embrioni equini prodotti nel mondo è cresciuto annualmente, con oltre 40.000 embrioni prodotti nel 2023, registrando un aumento di oltre il 10% rispetto all’anno precedente. Questo incremento è dovuto principalmente alla crescente applicazione della tecnica di produzione di embrioni equini in vitro, tramite OPU-ICSI, e ai recenti progressi nella crioconservazione degli embrioni.

Si tratta di tecniche applicate da decenni nelle cliniche umane, consentendo a molte coppie di concepire i propri figli superando problemi di infertilità. Ogni anno, in Europa, nascono oltre centomila bambini concepiti tramite Ovum Pick Up e ICSI, dimostrando che l’applicazione di queste tecniche nella specie equina non deve generare perplessità, poiché già testata in medicina umana e sicura sia per la cavalla donatrice sia per il puledro concepito.

La possibilità di raccogliere e congelare embrioni consente una maggiore flessibilità nelle strategie di allevamento, inclusa la conservazione di linee genetiche rare o d’élite attraverso le generazioni. Inoltre, la crioconservazione permette una distribuzione genetica più ampia, altrimenti limitata da vincoli geografici o logistici.

Un aspetto particolarmente rilevante per l’allevamento del cavallo sportivo è la possibilità di caratterizzare gli embrioni ottenuti tramite OPU-ICSI con test genetici preimpianto (PGT), prima del trasferimento. La determinazione del sesso dell’embrione è il test genetico primario eseguibile, ed è una procedura completamente innocua per l’embrione prodotto con OPU-ICSI, poiché sono necessarie solo alcune cellule estruse naturalmente dal guscio dell’embrione durante la sua crescita in incubatore da laboratorio.

Ad Avantea sono stati eseguiti oltre 1.500 test genetici per la determinazione del sesso dell’embrione prima del trapianto, confermando l’innocuità della procedura grazie agli ottimi dati sulle percentuali di gravidanza. Al contrario, il sessaggio su un embrione ottenuto da lavaggio uterino di una cavalla inseminata implica una procedura invasiva, con un potenziale danno all’integrità dell’embrione stesso.

Ad Avantea è stata verificata la piena corrispondenza tra il risultato dell’analisi preimpianto e il sesso del puledro alla nascita, dimostrando la grande affidabilità della procedura.

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L’applicazione del PGT per la diagnosi di aneuploidia, ovvero gravi errori cromosomici che compromettono la vitalità dell’embrione, permette di selezionare solo embrioni sani e prioritizzare quelli con tratti desiderabili per il trasferimento.

Questa prospettiva è già una realtà operativa presso il Laboratorio di Genetica Veterinaria dell’Università di Davis (USA), dove sono stati sviluppati decine di test genetici per la diagnosi di malattie genetiche negli embrioni equini, specialmente nelle razze araba e quarter.

Come in altre specie, la diagnosi preimpianto può essere uno strumento utile per migliorare la salute delle future generazioni, riducendo il rischio di patologie genetiche gravi. Identificando gli embrioni portatori di tali patologie prima dell’impianto, gli allevatori possono selezionare solo gli embrioni sani, portando a puledri più sani e riducendo la necessità di gestire malattie genetiche dopo la nascita, che potrebbero essere impegnative e non guaribili.

Dott.ssa Giovanna Lazzari

© Riproduzione riservata.

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