Soffi cardiaci e aritmie nei cavalli atleti: cosa dice la scienza

Advertisement
Visita veterinaria per controllo della salute cardiovascolare del cavallo atleta

Le linee guida congiunte American College of Veterinary Internal Medicine (ACVIM) ed European College of Equine Internal Medicine (ECEIM) fanno chiarezza sulla gestione clinica e sportiva dei cavalli con alterazioni cardiovascolari

Un cuore sotto osservazione

Nel settore dell’equitazione sportiva, la salute cardiovascolare del cavallo atleta è diventata un tema di crescente attenzione. Soffi cardiaci e aritmie sono riscontri tutt’altro che rari, ma stabilire il loro reale impatto sulla performance e sulla sicurezza non è sempre semplice. Proprio per questo, l’American College of Veterinary Internal Medicine (ACVIM) e l’European College of Equine Internal Medicine (ECEIM) hanno da tempo pubblicato un consensus statement che rappresenta il riferimento più autorevole per la gestione clinica delle anomalie cardiovascolari nei cavalli atleti.

La diagnosi: quando un soffio diventa un campanello d’allarme

Soffi cardiaci e aritmie possono essere riscontri casuali durante una visita clinica, oppure emergere in seguito a un calo di rendimento o a sintomi più gravi. La sfida per il veterinario è distinguere tra una condizione fisiologica e una patologia clinicamente rilevante.

Il primo passo è un’auscultazione accurata, seguita quando necessario da elettrocardiogramma (ECG) ed ecocardiografia. Quest’ultima è indicata in vari scenari: quando un soffio funzionale si modifica nel tempo, quando il grado del soffio aumenta (≥3/6 a sinistra, ≥4/6 a destra), in presenza di aritmie clinicamente significative o se si sospetta uno scompenso cardiaco. I test da sforzo con monitoraggio ECG sono particolarmente utili per valutare la risposta del cuore all’attività fisica, soprattutto nei casi in cui l’aritmia emerge solo sotto stress adrenergico.

Un soffio “morbido” non è sempre sinonimo di problema minore, ma l’intensità del soffio non sempre correla con la gravità della lesione. Per questo motivo, il monitoraggio ecografico periodico e un’attenta valutazione clinica restano imprescindibili.

Le alterazioni più frequenti nei cavalli sportivi

Mitral Regurgitation (MR)

La rigurgitazione mitralica è una delle condizioni più frequentemente rilevate nei cavalli sportivi. Se lieve, non compromette in genere la performance. Tuttavia, la presenza di un soffio sistolico crescente o di segni di rimodellamento atriale o ventricolare può indicare una patologia evolutiva.

I casi più gravi possono essere associati a prolasso valvolare, rottura delle corde tendinee, endocardite, o fibrillazione atriale secondaria. In questi cavalli, è essenziale monitorare ritmo, frequenza cardiaca e funzione sistolica, e spesso è consigliabile un esame sotto sforzo. Il ritorno all’attività dipende dalla gravità della rigurgitazione e dalla presenza di complicanze.

Aortic Regurgitation (AR)

La rigurgitazione aortica è comune nei cavalli anziani, spesso diagnosticata incidentalmente. Tuttavia, quando è moderata o severa, se diagnosticata in soggetti giovani, può rappresentare un serio rischio. Polsi arteriosi iperdinamici e un ampio divario tra pressione sistolica e diastolica sono indizi di sovraccarico di volume ventricolare sinistro.

I cavalli con AR grave sono considerati a rischio di morte cardiaca improvvisa (SCD) e non dovrebbero essere montati o impegnati in sport. Anche in questo caso, l’esercizio con monitoraggio ECG è fondamentale per valutare la sicurezza dello stato di salute dell’animale.

Tricuspid Regurgitation (TR)

La rigurgitazione tricuspidale è piuttosto comune nei cavalli da competizione, spesso legata all’allenamento e priva di significato clinico. Tuttavia, murmuri ≥4/6, segni di scompenso, presenza di tromboflebite giugulare o febbre di origine ignota giustificano un’indagine ecografica. In presenza di dilatazione dell’atrio o del ventricolo destro, aumenta il rischio di aritmie atriali o insufficienza cardiaca destra.

Atrial Fibrillation (AF)

La fibrillazione atriale è l’aritmia più frequentemente diagnosticata nel cavallo atleta. Talvolta si risolve spontaneamente entro 24-48 ore (parossistica), ma può diventare persistente, soprattutto se esiste una patologia cardiaca sottostante.

La diagnosi si basa sull’ECG, mentre l’ecocardiografia permette di valutare eventuali alterazioni strutturali. Quando la frequenza cardiaca durante l’esercizio supera i 220 bpm o se sono presenti aritmie ventricolari, il cavallo non è considerato sicuro. La cardioversione può essere effettuata farmacologicamente (chinidina) o con cardioversione elettrica transvenosa (TVEC). Il ritorno al lavoro richiede controlli periodici, ECG e monitoraggio ecografico.

PVC e aritmie ventricolari

I battiti ventricolari prematuri (PVC), isolati e ben tollerati durante l’esercizio, non rappresentano un pericolo immediato. Tuttavia, quando diventano frequenti, complessi o associati a segni clinici, possono preludere a una tachicardia ventricolare (VT) o addirittura a fibrillazione ventricolare.

Queste aritmie sono considerate potenzialmente letali, soprattutto se associate a cardiopatie strutturali, ipotensione o episodi di collasso. La diagnosi richiede ECG continuo 24h, ecocardiografia dettagliata e, in alcuni casi, test da sforzo. I cavalli con VT sostenuta non devono essere utilizzati per l’attività fino a stabilizzazione e normalizzazione del ritmo.

Gareggiare o no? Una valutazione su misura

Non esiste una risposta univoca: la decisione di far tornare in attività un cavallo con una patologia cardiaca dipende da numerosi fattori, tra cui:

  • Gravità della lesione
  • Presenza di sintomi
  • Risultati degli esami funzionali
  • Tipo di disciplina praticata
  • Sicurezza per cavallo e cavaliere

Esattamente come per l’uomo, cavalli con problematiche lievi e stabili possono proseguire l’attività agonistica, con follow-up annuali o biennali. In presenza di segni di progressione, aritmie complesse o scompenso cardiaco, è necessario interrompere l’attività sportiva o limitarla a un livello considerato sicuro.

La gestione del cavallo atleta con anomalie cardiovascolari richiede un approccio multidisciplinare, attento e basato sull’evidenza scientifica. Il consenso ACVIM/ECEIM rappresenta oggi un prezioso strumento per veterinari, tecnici e proprietari che desiderano prendere decisioni consapevoli.

Il monitoraggio costante, la diagnosi precoce e un’attenta valutazione del rischio per la salute cardiovascolare del cavallo atleta sono le chiavi per tutelare il nostro amico e la sicurezza del cavaliere. Le prossim ricerche, necessarie, aiuteranno a perfezionare ulteriormente le strategie cliniche e sportive in ambito cardiovascolare equino.

A cura della biotecnologa veterinaria Alessandra Ceserani

Sources:

Reef VB, Bonagura J, Buhl R, et al. Recommendations for management of equine athletes with cardiovascular abnormalities. J Vet Intern Med. 2014;28(3):749-761. doi:10.1111/jvim.12340

Marr CM, Bowen IM. Cardiology of the Horse, 2nd ed. London: Saunders; 2010.

Bonagura JD, Reef VB, Schwarzwald CC. Cardiovascular diseases. In: Reed S, Bayly W, Sellon D, eds. Equine Internal Medicine, 3rd ed. St. Louis, MO: Saunders; 2010:372–478.

Reef VB. Cardiovascular ultrasonography. In: Reef VB, ed.Equine Diagnostic Ultrasound, 1st ed. Philadelphia, PA: WB Saunders; 1998:215–272.

Young LE, van Loon G. Diseases of heart and vessels. In: Hinchcliff KW, Kaneps AJ, Geor RJ, eds. Equine Sports Medicine and Surgery, 2nd ed. Edinburgh: Saunders; 2014:695–743.

© Riproduzione riservata.

Rimani aggiornato sulle news di Horse Show Jumping

Iscriviti alla newsletter
Advertisement
Mascheroni Logo
Sport Endurance logo
logo avantea
Tenuta Monticelli logo
IMG 7016
IMG 7017
Kep Italia
club ippico euratom ogo