
Veterinaria: in California si sperimenta il nuovo farmaco per curare la laminite

Potrebbe essere davvero una svolta nella medicina veterinaria, la laminite è infatti la malattia peggiore in cui un cavallo possa incappare, talmente dolorosa al punto che il più delle volte l’unico modo per alleviare il dolore all’animale è l’eutanasia ed è per questo che il tasso di sopravvivenza è solo del 25%.
Questa patologia colpisce il letto unghiale del cavallo , il tessuto connettivo in cui aderiscono lo zoccolo del cavallo e l’osso del piede, con gonfiore, carenza di flusso sanguigno nell’area degli arti colpiti, pressione alta e zoppia. Pochi cavalli superstiti recuperanno appieno le attività, almeno fino ad ora.
Buone notizie arrivano infatti dalla California, anzi ottime: pare infatti che sia stato messo a punto un farmaco sperimentale derivato da un gruppo di composti antinfiammatori chiamato SEH (Idrolasi Epossiche Solubili) che avrebbero origine dagli insetti.
Quattro cavalli affetti da laminite sono già stati trattati con questo farmaco, uno dei quali è completamente guarito e gli altri presentano notevoli miglioramenti. Il professor Alonso Guedes, assistente di medicina veterinaria e leader del team di ricerca, espone il caso di Hulahalla, la cavalla da corsa di quattro anni completamente guarita dalla laminite e salvata dal baratro della morte: la cavalla era stata ritirata dalle corse e donata all’univerità di medicina veterinaria della California, che stava partecipando allo studio di cura sulle lesioni del tendine con trattamenti alle cellule staminali. Hulahalla venne dapprima curata con terapie convenzionali dai veterinari del R. William Teaching Pritchard Veterinary Hospital Medical (immersioni a freddo, antibiotici, impacchi agli arti, antinfiammatori e antidolorifici), ma senza risultati positivi: Hulahalla rimaneva la maggior parte del tempo sdraiata nel box per il dolore.
Così entra in gioco il team di ricercatori di Alonso Guedes, che tenta il tutto per tutto con il farmaco sperimentale, il t-TUCB, prima dell’atto estremo dell’eutanasia. Hulahalla migliora a vista d’occhio nel giro di pochi giorni: subito dopo la somministrazione della prima dose trascorreva molto tempo in piedi nel box e si interessava all’ambiente circostante, nei primi quattro giorni la pressione arteriosa tornava alla normalità, la postura e la mobilità in continuo miglioramento. Trascorso un anno la cavalla è guarita e senza ricadute, nessun danno o effetto collaterale causato dal farmaco.
Ad oggi ulteriori studi clinici sono necessari per stabilire l’efficacia del farmaco nella cura della laminite, ma la strada pare molto bene avviata, i veterinari della facoltà di medicina veterinaria dell’università Davis in California partiranno con la sperimentazione clinica del farmaco in primavera, per valutarne l’efficacia e la sicurezza e stabilirne la tollerabilità.
I dati della scoperta verranno pubblicati in Febbraio sul Journal of Veterinary Anestesia e Analgesia, che ha accettato di renderne noti i risultati per far sapere ai veterinari ed agli affezionati padroni che in caso di laminite potrebbe non essere più necessaria l’eutanasia.
(CM www.news.ucdavis /edu; Horse Yard)