Parola alle nuove generazioni: intervista a Vittoria Scognamiglio

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Vittoria Scognamiglio

Tra le giovani promesse del Salto Ostacoli

Durante lo CSIO giovanile tenutosi all’Etrea Sport Horses di Busto Arsizio a maggio di quest’anno abbiamo visto le giovani promesse del futuro (Children, Junior e Young Riders) gareggiare per la Coppa delle Nazioni, affrontando quindi prove di alto livello.

Si è rivelata quindi l’occasione perfetta per poter conoscere il punto di vista delle nuove leve dell’equitazione, e tra queste ci siamo confrontati con Vittoria Scognamiglio, talento emergente nella disciplina del salto ostacoli.

Ha partecipato alla competizione come primo anno da Young Rider, piazzandosi al primo posto nel Big Tour speciale a 2 fasi, e ancora sul podio al terzo posto nella gara individuale con il suo cavallo Carsto Wi Ro Z.

La passione per i cavalli e il valore dell’insegnamento trasmesso dal papà

Spesso l’amore per i cavalli e la dedizione per questo sport viene trasmesso nel DNA, diventando non solo uno stile e ma anche un vero e proprio progetto di vita, e l’esperienza di Vittoria ne è la prova. Per lei è essenziale il sostegno del papà, che non solo è il punto di riferimento per la sua crescita personale ma anche come futura amazzone, come ci racconta: “Mio padre è anche il mio istruttore, e mi sta aiutando tantissimo. Lui è  la mia spalla, su cui posso contare sempre”

Non solo le viene trasmessa la passione per i cavalli e per montare, ma grazie a lui nasce una forte propensione per l’insegnamento. Infatti, uno dei suoi obiettivi è anche diventare istruttrice.

Ha iniziato già a fare esperienza durante i campus estivi e a supportare il padre nella gestione delle lezioni. La voglia di imparare è tanta, come ci conferma: “il nostro è uno sport complesso e per insegnarlo è importante lavorare molto su se stessi. Così possiamo capire meglio il cavallo e soprattutto trasmettere le sensazioni ai nostri allievi, per poterli mettere nelle migliori condizioni per creare un vero binomio”.

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Vittoria Scognamiglio su Carsto Wi Ro Z

L’importanza del supporto della famiglia per crescere ed imparare

È sostegno della famiglia che le permette di valorizzare il suo lavoro e il suo impegno: “Ciò che mi aiuta di più è l’appoggio dei miei genitori, non mi creano mai aspettative e non mi hanno mai messo pressioni”. Uno dei valori importanti che le hanno trasmesso è che l’errore fa parte del percorso di crescita, ed è giusto valorizzarlo piuttosto che cercare di evitarlo in modo assoluto.

Come ben sappiamo la perfezione non esiste, e non è con questa che riusciamo a raggiungere i nostri sogni. Ciò che fa la differenza e che ci arricchisce è capire dai nostri sbagli e vivere le nostre esperienze: “Anche se in gara non arrivo al podio, per i miei genitori è più importante che io monti bene, soprattutto che io mi diverta quando sono in sella!”

Il binomio: crescere insieme al cavallo, aver voglia di allenarsi e fare esperienza

Carsto si sta rivelando per lei un ottimo compagno, con il quale ha raggiunto in breve tempo ottimi risultati. Quello che li sta legando sempre di più è proprio il percorso di crescita che stanno vivendo insieme: “è un cavallo che ho comprato circa due anni fa, ma che non aveva esperienza in queste gare.

Ci siamo messi al lavoro e siamo cresciuti insieme, e così sono riuscita a portarlo a saltare il suo primo gran premio” Il binomio quindi che si è creato si basa sulla fiducia reciproca e sull’impegno di entrambi. Fondamentale è quindi la capacità di volersi migliorare sempre, imparando ad ascoltare se stessi e il cavallo.

Parlando della sua routine di allenamento, ci conferma essere importante la determinazione ma anche non aver paura di sbagliare. Non pretendere dal cavallo, ma lasciargli fare esperienza è una base fondamentale anche per gli allenamenti a casa, dove sicuramente una parte importante risiede nel lavoro in piano. Ammette che “non si smette mai di farlo, anche in campo prova. Costituisce almeno 80% di tutta la preparazione”

La gestione della carica emotiva: come si affronta l’ansia pre-gara?

Quello che conta tanto è non avere pressione dagli altri, né da amici, né da istruttori, né da genitori. Stare un po’ in ansia è normalissimo, ma almeno per come la vivo io, l’ansia mi fa stare un po’ più concentrata, mi fa dare il meglio” ci racconta, un pensiero che può essere di spunto per capire come l’ansia riesca ad essere convertita in un punto di forza, ossia come spinta giusta per accrescere la nostra attenzione vivendo comunque lo spirito competitivo in modo sano e senza perdere la fiducia in noi stessi.

R. Guatteo

© Riproduzione riservata.

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