Dietro le quinte con Giacomo Casadei: tra scaramanzie, passioni e il sogno di Calgary

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Nel mondo degli sport equestri, Giacomo Casadei è sinonimo di talento e determinazione. Ma cosa si nasconde dietro la figura del cavaliere concentrato in campo gara? In questa intervista esclusiva, lo abbiamo incontrato per scoprire il suo lato più personale, tra sogni, rituali scaramantici e passioni fuori dalla scuderia.

“Non ho mai davvero pensato di fare altro nella vita. Questo sport è sempre stato tutto per me.”

Casadei non ha dubbi: l’equitazione non è stata solo una scelta, ma una naturale vocazione. Nessun piano B, nessun sogno adolescenziale da calciatore o pilota. “Mi piace lo sport, certo, ma non ho mai avuto altre vere passioni. Guardo volentieri le competizioni di alto livello, ma senza essere tifoso di qualcuno in particolare.” Confessa però un debole per uno sport sorprendente: l’MMA. “Mi affascina molto, mi capita spesso di seguire i match. Se fossi stato portato, mi sarebbe piaciuto provarci.”

Viaggi, concorsi e… sogni a stelle e strisce

Quando gli chiediamo quale sia il concorso dei sogni, non ha esitazioni: Spruce Meadows, a Calgary. “È un evento unico, con un’atmosfera che non trovi da nessun’altra parte. Sarebbe bello andarci, almeno una volta nella vita.”

E l’America sembra avere un posto speciale nel suo cuore: “All’inizio dell’anno sono stato negli Stati Uniti ed è stato incredibile. È un mondo completamente diverso dall’Europa, uno stile di vita proprio.” Esperienze come la Coppa a Ocala e il concorso a Wellington gli hanno lasciato ricordi indelebili. “Miami è sempre bellissima, ma è un Global, e l’atmosfera resta simile a quella delle altre tappe. Ocala invece è stata una scoperta, un posto immerso nel nulla, ma pazzesco.”

Per quanto riguarda le vacanze vere e proprie, Giacomo ammette: “Non sono il tipo da sdraio e cocktail. Dopo 4-5 giorni di relax voglio tornare a cavallo.” Eppure, se si presentasse l’occasione di visitare le Maldive o tornare in qualche angolo degli Stati Uniti, non direbbe di no.

La forza delle abitudini (e dell’amore materno)

Ogni atleta ha i suoi rituali, ma Casadei porta la scaramanzia a un livello tutto suo: “Non parto mai se il conto alla rovescia non rientra in un certo numero. Devo sistemarmi il cap in un certo modo e la frusta deve essere girata esattamente nella posizione giusta. Se è messa a caso, non posso partire.” Preciso, metodico, quasi maniacale: sono dettagli che fanno parte di un equilibrio mentale che evidentemente funziona.

E tra gli oggetti immancabili nella sua borsa da concorso? Nessuna sorpresa: “Le mie due fruste, sempre. Ma soprattutto mia mamma. Non sono mai andato in gara senza di lei, ed è fondamentale che ci sia.”

Un ritratto sincero

Giacomo Casadei si racconta senza filtri: genuino, diretto, con quella schiettezza che appartiene a chi ha trovato il proprio posto nel mondo. Non ha bisogno di sogni alternativi, perché il suo lo sta già vivendo ogni giorno, a cavallo.

“Non sono mai stato uno da vacanza lunga. Io torno a casa, torno in scuderia.”

E noi non possiamo che augurargli che il sogno di Calgary – e molti altri – diventi presto realtà.

Alessandra Ceserani

© Riproduzione riservata.

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