
Dietro le quinte: Maria Vittoria Morelli, il cuore silenzioso del salto ostacoli

Nella frenesia e nell’adrenalina delle competizioni, spesso gli occhi sono puntati sui binomi in gara, il cavaliere e il suo cavallo; tra i protagonisti silenziosi dietro le quinte dei concorsi ippici, c’è Maria Vittoria Morelli, 22 anni, che ci racconta cosa significa vivere il salto ostacoli come figura fondamentale, ma fuori dal campo.
Dietro ogni binomio in gara, c’è un mondo intero che lavora fatto di passione, dedizione e amore per questo sport e per questi animali.
“Sicuramente quello che mi spinge poi a fare tutto questo, insomma tutta la dedizione che metto a Neri, parte dal rapporto che abbiamo, dai sentimenti che ci sono da parte di entrambi”, racconta Maria Vittoria, con una calma che rivela la forza interiore necessaria per reggere un ruolo così delicato.
Maria Vittoria è il punto fermo di un team, il sostegno emotivo e organizzativo del cavaliere con cui condivide non solo il lavoro, ma anche un rapporto affettivo. Una posizione che comporta sfide uniche.
“Non è un ruolo facile perché c’è di mezzo anche una relazione, quindi ogni tanto possono innescarsi momenti di tanta tensione. Però è una cosa che mi piace tantissimo. Mi piace vedere come tutto il mio lavoro, anche se è dietro le quinte, porti così tante soddisfazioni. Mi rende sempre molto orgogliosa di quello che faccio tutti i giorni.”
Il suo amore per i cavalli è palpabile in ogni parola, e si traduce in un impegno costante nel rendere il loro ambiente il più sereno possibile.
“Mi piace soprattutto stare appresso ai cavalli, renderli felici, provare a colmare tutto quello che magari ogni tanto Neri non può fare perché è affarato in tante cose. Il mio lavoro principale è cercare di levare tutte le tensioni che ha durante le sue giornate di gara. Voglio che salga a cavallo e basta. A tutto il resto penso io.”
Durante le giornate di gara, Maria Vittoria è una macchina organizzativa perfetta. Ogni dettaglio conta, ogni gesto è importante.
“La mia giornata parte con uno schema mentale di tutto quello che va fatto: il sottosella, il numero della testiera, la sella, tutto deve essere pulito. I cavalli devono essere intrecciati, la linea deve essere perfetta. Cerco anche di farli uscire prima della gara, di farli mangiare, così sono più rilassati.”
E poi c’è il momento magico, quello della connessione silenziosa tra lei e i cavalli.
“Verso il campo prova cerco sempre di non creare troppe tensioni. Li accarezzo, può sembrare una cosa banale, ma cerco di innescare un rapporto con loro. Devono fidarsi di me tanto quanto si fidano del cavaliere.”
Figure come Maria Vittoria dimostrano quanto il lavoro dietro le quinte sia essenziale per il benessere e il rendimento del binomio in gara. Non servono riflettori per fare la differenza.
“Alla fine, se tutto fila liscio e loro stanno bene, io sono contenta. È questo che conta davvero.”
Ph Valentina Sozzi
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