Gianni Govoni: L’Equitazione è uno sport crudele. Speedy Gonzales si confessa in una intervista esclusiva.

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Govoni bis 2

Metti una sera a telefono con il campione di salto ostacoli più famoso all’estero. E’ a Torino impegnato nell’ennesimo concorso ippico di un intensissimo anno di attività sportiva svolta in ogni angolo del globo. 42 anni, segno zodiacale ariete, figlio di quella sana gente emiliana, sposato e padre affettuoso di Giulia e Gabriele con l’Inter nel cuore e la musica di Vasco Rossi nelle orecchie, del Gianni Govoni atleta si sa abbastanza attraverso 30 anni di successi ma “lo Speedy Gonzales dell’equitazione italiana“ sceso da cavallo chi è?. Abbiamo cercato di scoprirlo.
– Il cavallo è la tua professione da 30 anni ma sceso dalla sella di cosa vai alla ricerca.
“Diciamo che non è facile staccare la spina. I concorsi si susseguono uno dietro l’altro, ma quando riesco a concedermi una vacanza con la famiglia allora inizia il mio divertimento“.
-Quanto è importante tua moglie nelle tue scelte professionali e chi ha in famiglia l’ultima parola.
“Assolve un ruolo fondamentale. Mi segue in concorso, mi sostiene e grazie al fatto che anche lei monta a cavallo mi aiuta materialmente nel prepararli. Poi se si tratta di prendere decisioni importanti allora sono io quello che ha l’ultima parola.“
– Tra Checcoli, Croce e Paulgross chi inviteresti a cena.
“Penso Paulgross è un carissimo amico. Abbiamo montato insieme ai Pratoni del Vivaro. Poi oggi si è svegliato e comunque occorre dargli tempo. Devo ammettere però che anche con Checcoli non mi dispiacerebbe uscire a cena. Credo che tanti cavalieri italiani debbano ringraziare Mauro Checcoli per aver portato in Italia Henk Nooren con i suoi preziosi insegnamenti.“
– Ti ho definito “il desaparecido del salto ostacoli italiano“. E’ vero che in F.I.S.E. non sei molto amato?.
“ Non lo so. Sono un tipo molto riservato. Certo è che all’estero mi vogliono bene molto di più che in Italia. Ho scalato la classifica mondiale ed oggi sarebbe più semplice farsi benvolere ed avere amici ma devo ammettere che anche quando non ero il Govoni di oggi all’estero mi hanno sempre molto apprezzato.“
– Hai dichiarato in una intervista: “La consapevolezza delle proprie possibilità per un cavaliere è una dote fondamentale“. Per questo rinunciasti ad Atlanta ’96 ?
“ Certamente si. Non bisogna barare con se stessi. Ci si rimette solo. Quando vai all’estero ed entri in campo con un cavallo non competitivo che senso ha? Meglio rinunciare.“
– In altra intervista hai detto: “Sono salito su Doritta (primo suo cavallo ndr) a 10 anni e non ne sono più sceso“ ma Govoni da grande di cosa si occuperà?.
“Ho 42 anni, mi credi se ti dico che ancora non ho pensato al dopo? Oggi arrivo e riparto in continuazione e questo mi porta ad avere una carica continua. Magari tra qualche anno comincerò a frenare ed allora… certo che sarebbe bello prima di smettere riuscire a coronare il sogno di una medaglia olimpica.“
– Oggi sei l’atleta italiano di salto ostacoli in attività più famoso al mondo questo ti ha ripagato dei tanti sacrifici fatti?. “ No. Assolutamente no. Ho debuttato in un concorso nazionale all’età di 12 anni  e da allora ho rinunciato a tante cose per cui credo di essere ancora in credito con il successo,“
– I tuoi figli praticano l’equitazione?.
“ Giulia per qualche anno ma poi ha mollato. Gabriele è salito solo una volta a 3 anni e non lo ha voluto più fare. Non li ho forzati a continuare ed in verità sono contento che non abbiano seguito la passione sportiva del padre. L’equitazione è uno sport crudele. Spendi tanti soldi e poi in un minuto ti giochi tutto.“
(Bruno Delgado)

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