Caso studio di un cavallo da completo: diagnosi e terapia attraverso gli esami del sangue

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Pratica veterinaria: l’importanza di interpretare i risultati degli esami del sangue di un cavallo

Recentemente abbiamo esaminato gli esami del sangue del cavallo, quando è opportuno eseguirli e quali indicazioni possono fornire sulla sua salute complessiva. Tuttavia, è altrettanto importante comprendere il contesto pratico in cui tali analisi si inseriscono e come i veterinari interpretano i risultati per fornire cure mirate ai loro pazienti.

Questo è il primo di una serie di articoli in cui esploreremo dei casi reali in cui gli esami del sangue sono stati fondamentali per eseguire una diagnosi accurata e hanno influenzato direttamente il trattamento e la gestione a lungo termine del cavallo.

Caso studio: cavallo da concorso affetto da infestazione parassitaria

Il benessere dei nostri amici equini è essenziale per la loro performance e la loro salute generale. Tuttavia, anche i cavalli ben curati possono essere soggetti a disturbi, come dimostra il seguente caso studio che mette in luce l’importanza del monitoraggio regolare e della diagnosi tempestiva.

Il nostro protagonista è un cavallo castrone di 12 anni, impegnato nell’ambito del concorso completo. Vive in un ambiente ben strutturato, passando le notti all’interno di un box con paglia e godendo di giornate in un paddock ampio e piantumato. La sua routine di allenamento prevede 6 giorni di lavoro a settimana, che includono sessioni in piano, sessioni di salto ostacoli e piacevoli passeggiate in campagna.

L’alimentazione è attentamente bilanciata, con fieno a volontà, mangime specifico per cavalli in attività fisica (4 kg al giorno escluso il giorno di riposo in cui viene somministrato unicamente pastone) e integratori di elettroliti per mantenere un’adeguata idratazione. Nel box il beverino è strutturato in modo da erogare acqua di temperatura mai inferiore a 15 gradi anche in inverno.

Tuttavia, il proprietario e cavaliere del cavallo, nelle tre settimane precedenti alla chiamata, nota un calo progressivo di rendimento durante l’allenamento e una marcata perdita di peso nel suo compagno. Nonostante non sia coinvolto in competizioni al momento dei sintomi, il cavallo mostra chiari segni di disagio.

La visita clinica non evidenzia anomalie nelle grandi funzioni organiche, ad esclusione di un leggero pallore delle mucose oculari e di feci non perfettamente compatte. Quest’ultimo elemento viene notato anche dal proprietario per la prima volta durante l’esecuzione della visita.

Vista l’anamnesi si procede ad eseguire un esame del sangue richiedendo al laboratorio profili d’organo di reni, fegato, pancreas e muscoli; quadro ematico completo ed esame emocitometrico.

I risultati degli esami del sangue e i sospetti

L’attenzione si sposta così sugli esiti dell’esame del sangue, che rivela alcuni parametri al di fuori della norma. Tra questi, spicca un lieve calo dell’urea, 8mg/dl anzichè un minimo di 10 mg/dl. Il che potrebbe essere indicativo di un eccessivo flusso urinario o una dieta carente di proteine.

Viene anche rilevato un un leggero calo del valore di creatinchinasi (119 U/l ) a cui però non viene data rilevanza clinica in quanto in letteratura sono considerati valori minimi di riferimento fino a 100 U/l .

Rilevata anche una diminuzione minima di MCHC (32.2 g/dl, valore di riferimento minimo 32.4 g/dl).

Tuttavia, l’elemento che solleva maggiori preoccupazioni è l’aumento significativo degli eosinofili a 472/ul.

Consulta gli esami del sangue qui:

Su questi ultimi due dati si basa l’interpretazione dell’esame in quanto: l’MCHC, che indica la concentrazione di emoglobina media negli eritrociti, subisce un calo prevalentemente nei casi di anemia rigenerativa da carenza di ferro. Gli eosinofili, invece, sensibilmente aumentati sono spesso indice di infestazione parassitaria in atto oppure di reazione allergica, rendendo di fatto possibile una di queste due diagnosi.

Basandosi su questi risultati, si decide in accordo con il proprietario di procedere con un esame di screening per allergeni ambientali e alimentari e un esame delle feci mediante microscopia dopo flottazione.

I risultati degli esami e la diagnosi

L’esame delle feci conferma i timori, mostrando la presenza di numerose uova di strongili, parassiti intestinali comuni nei cavalli. Allo stesso tempo, il test allergico non indica alcuna positività, consolidando l’ipotesi di infestazione parassitaria.

Di conseguenza, Si imposta pertanto terapia elettiva a base di lattone macrociclico in unica somministrazione come prodotto antiparassitario e integratore a base di aminoacidi e vitamine del gruppo B per 10 giorni per via parenterale.

Nei quattro giorni successivi alla somministrazione del prodotto antiparassitario, il cavallo viene tenuto in box per ridurre la possibilità di contaminazione ambientale e, al termine del trattamento, il box viene sottoposto a una completa pulizia e disinfezione.

Inoltre, viene allestito un nuovo paddock, lasciando quello abituale vuoto per circa due mesi, un periodo di tempo adeguato per ridurre al minimo il rischio di reinfezione.

Fortunatamente, dopo solo quattro settimane, il cavallo mostra un completo ripristino del suo normale rendimento, confermando l’efficacia della terapia antiparassitaria. Ulteriori 2 campionamenti di feci a distanza di 5 e 6 settimane dal primo, confermano l’assenza di parassiti, dimostrando il successo del trattamento.

Questo caso sottolinea l’importanza della vigilanza costante sulla salute dei cavalli e l’adozione di misure preventive per proteggerli dalle infestazioni parassitarie. L’igiene ambientale, l’alimentazione equilibrata e la diagnosi precoce sono fondamentali per garantire il benessere e le prestazioni ottimali dei nostri amici cavalli.

Nota dell’autore: Questo articolo è stato redatto a scopo informativo e non sostituisce il parere di un veterinario qualificato. Si consiglia di consultare un esperto per eventuali problemi di salute.

Realizzato in collaborazione con il Medico Veterinario Matteo Villa

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