Key roles: il groom

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Mackenzie Clark Spruce Meadows showgroom
(c) Mackenzie Clark – Calgary Spruce Meadows 2024

In molti credono che l’equitazione sia uno sport individuale o che le uniche due figure di riferimento siano cavallo e cavaliere. Oggi noi di HSJ vogliamo portavi dietro le quinte e mostrarvi che il mondo equestre è un vero e proprio sport di squadra, infatti non è un caso se le squadre negli sport motoristici si chiamino scuderie, questo perché oltre al pilota ed al mezzo a motore, dietro c’è un team che spesso fa la differenza.

In questo articolo presenteremo la figura del groom; figura chiave per quel che riguarda la gestione del cavallo, sia sul campo gara che in scuderia. Per l’occasione abbiamo raggiunto telefonicamente Carlotta Costi, ShowGroom, che ci ha gentilmente accolto nel suo mondo rispondendo alle nostre curiosità.

Carlotta come hai iniziato e come hai scelto questo ruolo?

“Ho iniziato a montare che avevo circa tre anni, per me è sempre stata una grande passione e sono cresciuta sognando i grandi eventi dei grand prix a cinque stelle. Crescendo ho capito che sarebbe stato oggettivamente difficile riuscire ad entrare in quel contesto da protagonista, quindi mi sono avvicinata al ruolo di showgroom, per riuscire comunque ad avere un ruolo importante, seppur dietro le quinte, e vivere quegli eventi che tanto sognavo quando ero più piccola.”

Quando hai capito che quello era il lavoro che avresti voluto fare?

“Se devo identificare un momento preciso, penso che il 2018 sia stato l’anno in cui ho capito che avrei voluto farlo realmente. In quell’anno ho fatto un’esperienza in Germania che mi ha formato e che mi è piaciuta particolarmente, quindi, in seguito ho deciso di frequentare un corso per showgroom e alla fine degli studi universitari mi sono lanciata in questa avventura che, ad oggi, mi ha portata in Olanda”

La passione per questi animali è ovviamente un requisito fondamentale, ma il ruolo dello showgroom non dipende solo da questo, anzi, ci sono dinamiche non semplici da affrontare, come le trasferte.

“A me piace stare a stretto contatto con il cavallo, ovvio, ma un altro fattore che adoro è viaggiare – confessa Carlotta-.  Molti miei colleghi preferiscono rimanere a casa, io invece amo l’atmosfera dell’evento, vedere posti nuovi, fare nuove amicizie e ritrovarle poi in giro per il mondo”

Il cavallo è un animale affascinante, ma dotato di una sensibilità incredibile, anche il groom deve sviluppare questa caratteristica al fine di svolgere al meglio questo lavoro?

“Sicuramente sì, i cavalli sono prede per natura e devono essere attente a ciò che li circonda, quindi di conseguenza deve essere molto attento anche chi li gestisce. Loro riconoscono chi li sta lavorando in quel momento, quindi è importante gestire le proprie emozioni ed imparare a sviluppare una sensibilità che ti permetta poi di entrare subito in sintonia con il cavallo con cui ci si sta relazionando.

L’esperienza è sempre nostra amica, lavorare con più cavalli è complicato, ma conoscere le loro abitudini, le loro preferenze o, al contrario, quello che li stimola negativamente, è un fattore determinante.”

Carlotta, hai già introdotto un tema importantissimo di questo lavoro, e cioè la gestione di più cavalli. Quanto è difficile adattarsi alle diverse caratteristiche di ognuno?

“Come dicevo prima, l’esperienza è il miglior alleato. La difficoltà sta nel tempo che si impiega conoscere le caratteristiche di ognuno dei cavalli con cui si lavora, più si apprende velocemente più sarà semplice. Solitamente più si sta con un cavallo, più ci si adatta, anche involontariamente, a quest’ultimo. Con i cavalli giovani è importante essere sempre concentrati, perché sono più imprevedibili, ma di base, è tutta una questione di adattamento”

Il groom si prende cura del cavallo sotto tutti gli aspetti, dalla pulizia, al lavoro quotidiano e di conseguenza ricopre un ruolo fondamentale nell’esito della performance in gara. I cavalli hanno bisogno di attenzioni continue ed il groom è l’unica figura che può aiutare il proprietario ad avere questo tipo di supervisione, dimostrando, ancora una volta, che l’equitazione è uno sport di squadra.

Damiano Poggi

© Riproduzione riservata.

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