Luca Piccolo dal Futurity di Cremona al prossimo Derby Italiano: una vita dedicata al Reining
L’intervista realizzata con Luca Piccolo al Futurity di Cremona resta un ritratto autentico di un professionista che, pur giovane, ha già attraversato un percorso ricco di evoluzioni, cambi di consapevolezza e risultati che hanno segnato la sua carriera.
Un Futurity positivo e la forza del lavoro di squadra
Durante quella settimana così intensa per il reining italiano, Luca si era presentato in campo con due cavalli, entrambi qualificati per la finale: FC Millennium Voodoo, di proprietà Vincenzo Caracciolo e Daniela Luckacs, con un primo go da 219 e un secondo da 216, e MC Spatagun, di proprietà di Vittorio Sassone, che nonostante qualche sfortuna nel livello 4 aveva trovato spazio nella finale del livello 3 Open.

Ma ciò che più emergeva, anche a distanza di settimane, era l’orgoglio nei confronti dei suoi non pro. Il quattro anni non pro si era chiuso infatti con la presenza di tutti i suoi allievi in finale: Antonio Zagaria con un punteggio di 216, Lorenzo Ranucci con un 208,5 e Carmen Natale, compagna di vita di Luca, che aveva conquistato il titolo di Reserve Champion del livello 1 grazie a un convincente 212,5. Già allora si percepiva come il lavoro svolto in scuderia non producesse soltanto risultati tecnici, ma soprattutto un gruppo coeso e preparato.
La filosofia di Luca come istruttore è uno dei temi più interessanti emersi dall’intervista. La sua non è una didattica basata sull’esecuzione meccanica, ma sull’indipendenza del cavaliere. L’obiettivo non è formare cavalieri che dipendano dall’allenatore, ma atleti capaci di interpretare il proprio cavallo e di costruire una gara anche in autonomia.
“Quando sono in gara devono avere più feeling con il cavallo possibile, e questo nasce dal lavoro quotidiano a casa.”
Gli inizi: da appassionato a professionista
Il suo percorso nel reining non nasce da una tradizione familiare, ma da una passione personale che si è trasformata gradualmente in professione.
Inizialmente montava in modo amatoriale; suo padre gli aveva costruito dei box a casa e da lì la curiosità per la disciplina era cresciuta sempre di più. Il passaggio decisivo è avvenuto grazie all’incontro con Vincenzo e Daniela Caracciolo.
“La mia carriera la devo molto a Vincenzo e Daniela che hanno creduto molto in me fin dall’inizio… abbiamo iniziato piano piano con piccoli risultati fino ad arrivare ad oggi.”
Con loro ha cominciato a costruire risultati piccoli ma costanti, fino a maturare la consapevolezza di poter diventare a tutti gli effetti un professionista del settore. La progressione è stata naturale, fatta di tappe affrontate con determinazione ma senza mai dimenticare l’origine del proprio percorso.
I successi più emozionanti e i cavalli del cuore
Tra i momenti più emozionanti della sua carriera, Luca ricordava il Futurity 2023, il primo disputato nel livello 3 in sella a Cliff Shining Gun, cavallo di Carola Fiorini, un’esperienza che ha definito entusiasmante. Anche il 222,5 ottenuto al Derby con Spooknic Smokin, di proprietà Vincenzo Caracciolo, occupa un posto speciale.
Tuttavia, quando gli si chiede quali cavalli abbiano segnato davvero la sua crescita, non esita a citare Gundunnit N Diamonds e Spooknic Smokin, i primi puledri che ha domato e addestrato personalmente al Torello Quarter Horses. Sono i cavalli che considera fondamentali per l’inizio della sua carriera, quelli che lo hanno accompagnato nei momenti in cui il mestiere ha iniziato a prendere forma con reale concretezza.
Un altro passaggio significativo dell’intervista era dedicato all’aspetto emotivo del mestiere. Luca descriveva con sincerità il susseguirsi di momenti di entusiasmo e momenti di sconforto, un’altalena tipica di chi cresce all’interno di una disciplina complessa. Oggi, spiegava, affronta il lavoro con molta più serenità, non più come una continua verifica di sé stesso, ma con la consapevolezza di avere costruito una base solida. È questo equilibrio che gli permette di guardare al futuro con ambizione.
Next stop: Derby Italiano di Cremona 2026
Durante l’intervista, parlando dei mesi successivi, Luca aveva già in mente un programma preciso: il rientro in scuderia per dedicarsi alle nuove leve, i due e tre anni da preparare per la stagione successiva, e poi la partecipazione al Derby italiano di marzo, ancora una volta a Cremona, con la selezione dei cavalli più pronti per quell’appuntamento.
Questi obiettivi, riletti oggi, rispecchiano perfettamente il suo modo di lavorare, che alterna programmazione, studio e un forte senso di responsabilità verso i cavalli che porta in gara.
Durante la conversazione aveva anche raccontato come quello fosse stato un anno particolarmente positivo per la scuderia Torello Quarter Horses. Il Derby era stato inaugurato con la vittoria nel livello 1 del suo assistente e con il suo terzo posto nel livello 3; poi era arrivato il Futurity europeo, dove era stato finalista con una cavalla di Zantoni e Zagaria mentre Carmen aveva conquistato i titoli del livello 1 e 2; successivamente il Maturity aveva regalato ulteriori finali con entrambi i cavalli, e infine l’esperienza a Elementa aveva consolidato un’annata davvero memorabile.
Guardando oggi quel bilancio, appare evidente che non si é trattato di successi isolati, ma di un percorso strutturato, frutto di un’organizzazione forte e di un lavoro continuo. Quando, alla fine dell’intervista, gli viene chiesto perché qualcuno dovrebbe avvicinarsi al reining, Luca risponde con una semplicità che riflette perfettamente l’essenza di questa disciplina.
“Il l reining è emozione pura, un continuo mettersi alla prova insieme al cavallo e un dialogo costante con lui. È una disciplina che richiede intelligenza, capacità di ascolto e dedizione, ma restituisce una sensazione unica quando si entra in gara dopo aver lavorato duramente a casa”.
Oggi, rileggendo le sue parole, emerge la figura di un professionista consapevole, appassionato e in piena crescita. Un cavaliere che non ha mai smesso di costruire, migliorarsi e interrogarsi, e che grazie a questa attitudine è diventato un punto di riferimento per la scuderia Torello e per il reining italiano. Il Futurity è ormai un ricordo, ma il percorso di Luca Piccolo continua, solido e luminoso, proprio come le promesse che lui stesso intravedeva in quella intervista: quelle di un futuro fatto di lavoro, serenità e nuove sfide da affrontare con la stessa determinazione che lo ha portato fin qui.
Alessandra Ceserani
HSJ x FISE
ph Bonaga Communication
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