
Sara Bruschi: “Il cavallo mi ha cambiato la vita”

Quarta classificata del video contest firmato HSJ e Mascheroni Selleria, Sara Bruschi si racconta.
C’è chi arriva all’equitazione per tradizione familiare e chi, come Sara Bruschi, la incontra quasi per caso e non la lascia più. Trentun anni, un lavoro impegnativo lo nel settore sanitario e una passione profonda per i cavalli, Sara è la quarta classificata del video contest organizzato da Horseshowjumping.tv in collaborazione con Mascheroni Selleria, e ha conquistato così questa intervista speciale nel nostro magazine e nel podcast ufficiale Kiss & Cry.
“Il cavallo ha sempre fatto parte della mia vita – racconta –. Ho iniziato quasi per caso e poi è diventata la mia grande passione. Oggi lavoro come operatrice di soccorso sanitario, quindi faccio tutt’altro, ma riesco comunque a conciliare tutto: non manco mai un giorno in maneggio”.
Dalle passeggiate all’agonismo: un colpo di fulmine a ostacoli
Come molte storie di passione, anche quella di Sara è iniziata in modo semplice: “Ho iniziato vicino casa facendo solo passeggiate, poi un giorno ho montato un cavallo da salto e ho fatto qualche salto… ed è stato subito amore. Da lì ho deciso di intraprendere la strada agonistica”.
Da quel momento Sara non si è più fermata, trovando nello sport non solo una disciplina, ma una vera e propria filosofia di vita. “Il cavallo mi ha aiutata anche nei momenti più difficili. Non potrei immaginare la mia vita senza di lui. Questo animale meraviglioso ti insegna tanto e ti dà la forza di affrontare anche le sfide più dure”.
Il legame speciale con Jay
Oggi Sara monta presso il Circolo Ippico Lo Sperone di Sestri Levante, seguita dal suo istruttore Antonio Piras, e condivide la quotidianità in campo con Jaronia, una cavalla olandese di 11 anni, affettuosamente chiamata Jay. “È con me da circa due anni. Prima di lei ho avuto Corlando, il cavallo del mio cuore, con cui ho conquistato l’oro a Verona Fieracavalli e diverse medaglie nei campionati regionali. Poi è arrivata Jay, una cavalla molto sensibile, proprio come me. Ci siamo trovate subito”.
Questo legame profondo però comporta anche delle sfide: “In gara stiamo attraversando un periodo difficile, non per questioni tecniche ma emotive. La nostra emotività combinata ci mette alla prova. Ho deciso quindi di fare un passo indietro: anche se ho il primo grado e potrei fare categorie più alte, sono tornata alle categorie addestrative per ritrovare la fiducia insieme a lei. Ora sto riprendendo con gare basse, come la 115, e ne vado fiera”.
Per Sara, la lezione più importante che questo percorso le ha insegnato è chiara: “Il benessere del cavallo deve venire prima di tutto. Non conta saltare 1.30 o 1.60 se prima non si costruisce una base solida e un rapporto di fiducia reciproca”.
Gestire le emozioni: la sfida più grande
L’emotività è un tema ricorrente nel salto ostacoli e Sara non ha paura di parlarne apertamente: “È forse l’aspetto più importante e difficile di questo sport. Bisogna imparare a gestirla e accettare di tornare indietro quando serve. Spesso non è il cavallo ad avere difficoltà, ma siamo noi. Bisogna avere pazienza e umiltà”.
Un messaggio prezioso soprattutto per i più giovani: “Le ragazzine di oggi pensano subito all’altezza, ma la cosa fondamentale è capire come arrivarci. Questo sport ti insegna responsabilità, rispetto e cura per un essere vivente. Ed è proprio questo che lo rende speciale”.

Un animale che cambia la vita
Oltre alla competizione, Sara sottolinea anche l’impatto che i cavalli hanno sul piano umano: “Il cavallo mi ha cambiato la vita. Nei momenti difficili ti dà un motivo per uscire di casa, ti dà forza. E poi trovo meraviglioso il loro ruolo nell’ippoterapia: ho visto con i miei occhi come riescono ad aiutare bambini e adulti con disabilità”.
Idoli, obiettivi e sogni nel cassetto
C’è anche un punto di riferimento che ha accompagnato Sara nel suo percorso: Edwina Tops-Alexander, la celebre amazzone australiana. “È sempre stata il mio idolo e nel tempo è diventata anche un punto di riferimento umano importante. La ringrazio tantissimo per il supporto che mi ha dato e continua a darmi”.

Quanto al futuro, Sara ha le idee chiare: “Il mio obiettivo più grande ora è ritrovare la serenità in campo gara. Questo mi renderebbe felice più di ogni altra cosa. Poi, certo, mi piacerebbe crescere di categoria e magari tornare a Verona Fieracavalli, dove nel 2018 ho vinto l’oro con Corlando. Sogno di tornarci con Jay”.
Determinazione, amore e consapevolezza: la storia di Sara Bruschi è quella di tante amazzoni e cavalieri che vivono il salto ostacoli come la vita, fatta di salite e discese, vittorie e momenti difficili. Ma sempre con un punto fermo: il legame unico e insostituibile con il cavallo.
AC
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