
Viaggiare a cavallo, un sogno… ma fatto bene

Negli ultimi anni sono sempre di più le persone che si avvicinano a un tipo di vacanza wild e sempre più a contatto con la natura, e quale modo migliore di ammirare le bellezze del nostro Paese se non tra le orecchie di un cavallo?
Esistono, infatti, sempre più proposte per viaggiare a cavallo: trekking, passeggiate e viaggi in sella adatti alle esigenze di tutti.
Proprio grazie a questa ampia offerta, è quindi importante valutare bene il tipo di trekking da affrontare prima di montare in sella e partire perché, se scegliamo male, o al di sopra delle nostre capacità, non solo mettiamo in pericolo noi stessi e il nostro cavallo, ma rendiamo una vacanza da sogno un vero e proprio incubo.
Sì all’avventura, no all’improvvisazione
Un viaggio a cavallo, quindi, ci permette di staccare dalla frenesia della vita moderna, di vivere a contatto con la natura e di divertirci insieme ad altri appassionati, lanciamoci quindi in questa avventura, ma facciamolo tenendo conto di alcuni criteri per scegliere il viaggio più adatto a noi.
Valutiamo, quindi, con sincerità la nostra esperienza e la nostra capacità come cavalieri, l’esperienza del nostro amico a quattro zampe, ma anche il tempo che abbiamo a disposizione, la logistica degli spostamenti e, ultima, ma non ultima, la nostra disponibilità economica.
Una buona idea è quella di rivolgersi a un’associazione che si occupa di turismo equestre. Le guide e i trekker esperti saranno sicuramente capaci di consigliarci il giusto approccio e accompagnarci nel trekking che fa per noi.
Ne esistono su tutto il territorio e sono felici di accogliere nuovi appassionati. Si distinguono per la collocazione geografica, il tipo di monta praticata, il numero dei partecipanti accettati per viaggio, il regolamento applicato e i servizi offerti.
Ognuna di queste associazioni ha al suo interno guide e istruttori capaci di consigliarci al meglio per rendere la nostra esperienza divertente e sicura.
Sincerità per un viaggio sereno
Prima di approcciarci a un trekking, quindi, guardiamoci allo specchio e siamo sinceri, prima di tutto con noi stessi.
L’arroganza non esiste fra i trekker, e affrontare un viaggio troppo impegnativo o non conforme alle nostre esigenze, potrebbe diventare pericoloso e causa di malcontento che, quando si viaggia in gruppo, non deve trovare spazio.
Cerchiamo di essere, quindi, del tutto sinceri circa sinceri il nostro livello, le capacità, l’addestramento del cavallo e le nostre esperienze. Oltre al livello di preparazione, che come abbiamo visto è importantissimo, cerchiamo anche di capire quale sia il nostro livello di “wildness”.
Esistono, infatti, viaggi molto diversi tra loro, da quello in cui il cavallo staziona legato a una pianta e il cavaliere dorme nel sacco a pelo sotto le stelle, sino a quelli in cui le soste sono organizzate in agriturismi che accolgono i cavalli in box o posta e i cavalieri in confortevoli camere con letto comodo e doccia calda.
Non esiste un’esperienza migliore o peggiore, l’importante è che sia conforme con le nostre esigenze e aspettative, in caso contrario, infatti, correremmo il rischio di non goderci il viaggio e creare problemi anche al gruppo che è con noi. Trekking a cavallo significa condivisione di tempi e spazi, adattarsi è essenziale.

Si parte allenati
L’improvvisazione non è mai una buona idea a cavallo, a maggior ragione se parliamo di viaggi che durano più giorni. Stabiliamo, quindi, il calendario dei viaggi che desideriamo affrontare e iniziamo la preparazione fisica che riguarda sia noi che il cavallo.
È il momento giusto per rimetterci in forma in seguito al riposo invernale. Cominciamo con calma, specialmente se il nostro cavallo ha trascorso un periodo di meritato riposo in paddock.
Usciamo al passo e concediamoci brevi e semplici passeggiate, specialmente in piano, possiamo concederci uscite più lunge nei weekend quando abbiamo più tempo e possiamo anche sfruttare le ore più calde di questo fine inverno che timidamente si affaccia alla primavera.
Il lavoro mirato di un cavallo che ha in programma dei viaggi impegnativi deve iniziare circa 20-30 giorni prima della partenza, aumentando progressivamente le ore e i chilometri di marcia.
In previsione di allenamenti intensi e di viaggi una buona idea è consultare il veterinario sia per un check up generale che per programmare un piano alimentare adeguato.
Organizziamoci perché il nostro amico sia fresco di ferratura al momento della partenza. Una buona organizzazione è alla base di un viaggio divertente e sicuro.
Il kit di un perfetto trekker
Assicuriamoci di non partire mai impreparati. Certo, l’equiturismo prevede un bagaglio leggero, ma non significa non equipaggiato. L’attrezzatura, sia del cavallo che del cavaliere, deve essere in ordine, pulita e comoda ma mai, mai, mai!
Usare materiale totalmente nuovo. Un paio di stivali nuovi di pacca sono certamente molto belli, ma potrebbero essere una tortura, rodiamoli qualche settimana prima di partire. Lo stesso identico discorso vale per la sella. Portiamo sempre con noi un kit di primo soccorso, un impermeabile e l’occorrente per cambiare un ferro al volo.
Oltre a tutto questo, non dimentichiamo a casa la voglia di meravigliarci, quella tipica dei bambini, perché un’avventura a cavallo è una meraviglia! Viviamola come tale.
Buon viaggio!
Crediti fotografici: Elisabetta Gentili La Chiusafarina
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