Come vede il cavallo: conosciamo il mondo attraverso i suoi occhi

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Occhio del cavallo

Capire come vede il cavallo ci aiuta a conoscerlo e interpretarlo meglio e, quindi, a formare un binomio migliore. Gli occhi del cavallo: enormi, espressivi, dolci e… laterali. Eh sì perché la prima cosa che “salta all’occhio” è la loro posizione ai lati della testa che, ovviamente, li porterà ad avere un punto di vista (nel vero senso del termine) molto diverso dal nostro.

Vedo/non vedo

Gli occhi del cavallo: enormi, espressivi, dolci e… laterali. Eh sì perché la prima cosa che “salta all’occhio” è la loro posizione ai lati della testa che, ovviamente, li porterà ad avere un punto di vista (nel vero senso del termine) molto diverso dal nostro.

Partiamo dal presupposto che la visione del nostro cavallo è sfocata, specialmente se gli oggetti sono vicini, a differenza nostra, per esempio, non distingue nitidamente i dettagli.

I sensi ipersviluppati dei nostri amici equini permettono loro di percepire movimenti anche minimi, che a noi spesso e volentieri sfuggono. Noi, abituati a una vista frontale, fatichiamo a metterci nei loro panni e non sempre ci ricordiamo che spesso degli oggetti per noi estremamente visibili e per nulla minacciosi, potrebbero essere, per i cavalli, in un angolo cieco, restando così invisibili sino all’ultimo per poi saltare fuori a sorpresa, tanto che a volte ci sembra che il nostro cavallo abbia visto un fantasma. Ecco, più o meno la sensazione dev’essere quella.

Acutezza visiva

Qualche volta ci può sembrare che il nostro cavallo abbia una vista da falco. Un uccello che sbatte le ali lontanissimo, infatti, lo porta ad alzare il collo, spalancare i suoi grandi occhi, drizzare le orecchie e aprire le narici.

Ci chiediamo come abbia fatto a vedere un movimento quasi impercettibile a una distanza così ampia. Infatti non lo vede. Lo percepisce però, e mette in moto tutti i sensi per supplire a una pessima mesa a fuoco che, in termite tecnico, si chiama acutezza visiva.

Eppure i cavalli hanno gli occhi più grandi di qualsiasi altro mammifero, sono addirittura otto volte maggiori dei nostri e, nonostante questo, sino a che non sono davvero vicini a un oggetto lo vedono sfocato.

Pensate che fiducia che deve avere in noi per saltare un ostacolo dai contorni non nitidi? Se qualcuno è astigmatico capisce bene di cosa stiamo parlando! Eppure lo fanno, lo fanno per noi e con noi, cerchiamo di aiutarli al massimo!

Servono gli occhiali?

I cavalli, inoltre, proprio come noi, possono avere difetti visivi che, però, non possono correggere con un paio di lenti a contatto, devono quindi imparare a convivere con essi.

Studi scientifici hanno dimostrato che il 23% dei cavalli è miope, ovvero mette bene a fuoco quando è più vicino della media a un oggetto. Addirittura il 43% dei cavalli, ed è una percentuale altissima, invece, è presbite. In questo caso riesce a vedere bene quando è più lontano a un oggetto rispetto alla media.

Diciamo che questo difetto visivo è molto utile per i cavalli che praticano salto ostacoli o completo. Non è da escludere, anzi, è molto probabile, che una percentuale così alta sia dovuta proprio a una ricerca genetica di questo difetto.

O meglio, probabilmente la ricerca non verte proprio sulla vista, ma è plausibile che un soggetto capace di mettere a fuoco l’ostacolo prima di un altro, risulti più performante in quella specialità, diventando, di conseguenza, un riproduttore più ambito.

Anche i cavalli, come ognuno di noi, vivono un peggioramento della vista, soprattutto quella da vicino, con l’avanzare dell’età, questo a causa dell’indurimento del cristallino che, nei cavalli, raggiunge il massimo del suo sviluppo intorno ai sette anni.

Il campo visivo

Abbiamo assodato, o comunque è sufficiente guardare un cavallo in faccia per assodarlo, che i nostri amici hanno gli occhi grandi e posti ai lati della testa. Ovviamente la posizione degli occhi influisce sul campo visivo, sulla visione periferica e sulla percezione della profondità (teniamolo a mente quando affrontiamo un oxer!).

Una particolarità degli occhi dei cavalli è che sono in grado di muoversi in modo indipendente. L’occhio sinistro, per esempio, può essere concentrato su qualcosa di diverso dall’occhio destro, in questo modo riescono a “tenere d’occhio” e immagazzinare un’enorme quantità di informazioni, il che non è poco per un predato!

Il campo visivo di un cavallo copre 340°, quattro volte rispetto a noi, e va dall’esterno delle narici, sino alla linea immaginaria che dal fianco si estende all’indietro. Resta sfuocato un punto vicino ai posteriori. Tutte queste informazioni, dunque, ci permettono di provare a vedere il mondo da un altro punto di vista, ovvero quello dei nostri compagni di mille avventure.

Capire come vede il cavallo può essere un ottimo spunto di riflessione per capire alcune paure e aiutarli a superarle e per migliorarci in sella capendo come supportarli nell’affrontare al meglio gli ostacoli, e non solo quelli da saltare.

Elena Pecora

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