Intervista a Fausto Fiorucci di ritorno dal Wadi Rum in Giordania

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Fausto Fiorucci è stato l’unico cavaliere nostrano invitato per l’importante gara sui 120 km di Wadi Rum.
Gli organizzatori gli hanno affidato un loro cavallo e si è misurato, con il suo noto entusiasmo, con un nutrito gruppo di sessanta cavalieri, a loro volta invitati, che rappresentavano il fior fiore dell’Endurance mondiale.
Fausto Fiorucci non è nuovo a queste imprese di alto livello internazionale, lo dice il suo curriculum che annovera, tra l’altro, un argento individuale mondiale ottenuto dietro all’americana Valere Kanavy ed ad un oro europeo.
Una banale rottura del perone non ci ha permesso di accettare a nostra volta l’invito e siamo così costretti a farci raccontare da Fausto come sono andate le cose.
Abbiamo incontrato Fiorucci per una lunga chiacchierata che vi riassumiamo.
“Anche questa volta – esordisce con l’entusiasmo che gli conosciamo e che lo ha sempre distinto, sia come cavaliere che come organizzatore di grandi eventi (anche quest’anno porterà la tappa del CEIO assegnata all’Italia nella sua Gubbio) – è stata una bellissima esperienza correre nel deserto di Lawrence d’Arabia, un paesaggio unico al mondo, ancora incontaminato e con la presenza della vita beduina che si manifesta lungo il percorso, una presenza incuriosita dal passaggio di noi “invasori” a cavallo, ma su quei destrieri che fin dall’antichità gli sono stati familiari. Un “wild desert” quello di Wadi Rum estremamente variabile in quanto alterna salite e discese, terreni duri con pietre e sabbia profonda costringendo ad una attenzione continua, nonostante i 23 e 27/28 km orari, dovendo scegliere metro per metro dove far posare il piede al cavallo.
Un cavallo di altissima qualità quello messomi a disposizione da Mr. Walid Alassaf, presidente del comitato organizzatore della Al Hussein International Endurance Ride, dopo un anno di preparazione specifica per me, che mi ha permesso per metà gara di stare con il gruppo di testa, costituito dai fortissimi cavalieri degli Emirati Arabi capeggiati dallo Sceicco di Dubai HH Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, che ha poi vinto la gara, e dai suoi figli Hamdan e Majid Bin Mohammed Al Maktoum, che si sono classificati in seconda e terza posizione.
Solo per una di quelle imponderabili eventualità che spesso accadono ai migliori cavalli quando corrono a quelle velocità, Gada, ottimamente allenata da Farah Abunameh, e con cui avevo già corso lo scorso anno classificandomi al terzo posto, è stata costretta a fermarsi per una zoppia all’anteriore sinistro.
Sono comunque soddisfatto perché, come in tutte le gare di quella levatura, lo stare con il gruppo di testa per i primi due giri va preso non come una sconfitta ma come un’ulteriore esperienza che permette di arricchire la nostra conoscenza sui probabili limiti del nostro sport e su come potervi arrivare vicino, in modo tale da poter vincere con merito il giorno in cui una buona competizione coinciderà con il nostro giorno fortunato.
La gara ha visto il predominio assoluto dei cavalieri degli Emirati che hanno occupato le prime nove posizioni, decimo si è classificato l’ex Campione del Mondo lo spagnolo Miguel Vila Ubach, seguito dalla connazionale Ruth Molist.
Un grazie di cuore a Farah Abunameh che per un anno ha preparato Gada per me contemporaneamente al suo amatissimo Zarazin per lei, per poter correre fianco a fianco questa affascinante avventura, che abbiamo comunque terminato insieme in quanto con tutto il Team della Saracen Endurance io e Matteo Zampagli, che mi aveva assistito in gara, abbiamo accompagnato Farah nell’ultimo giro proprio per concludere insieme quella spendida giornata.
L’organizzazione della gara è stata perfetta ed enormi i miglioramenti apportati sia all’estetica che alla funzionalità del Cancello Veterinario”.
Complimenti e ci rivedremo a Gubbio per il CEIO a luglio.
Mauro Beta

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