Pole bending: slalom a tutta birra!

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Pole bending

Insieme al “cugino” barrel racing, il pole bending rientra in quelle specialità western che possiamo definire speed, ossia in cui ad avere la meglio saranno i più veloci. In pochi secondi, infatti affiatati e agguerriti binomi si giocano il tutto per tutto lasciando il pubblico senza fiato.

Zig Zag

Il pole bending è una gara individuale a tempo. Esso inizia e finisce nel momento in cui la narice del cavallo supera la fotocellula posta sulla linea di partenza e fine percorso. Entra al galoppo, percorre una linea parallela ai paletti dal primo al sesto.

Partendo da questo paletto esegue lo slalom in entrambe le direzioni intorno ai sei pole ed esce nuovamente al galoppo lungo la linea parallela ai paletti dal sesto a l primo. Il tracciato prevede un percorso a slalom in mezzo ai sei pali disposti in linea retta e con una distanza di m. 6,40 uno dall’altro, compreso il primo paletto dalla linea di partenza.

I paletti, alti tra 1,80 e 2,00 metri, di plastica cava, devono essere dello stesso colore. La base in gomma dura e forata al centro deve garantire la tenuta e contemporaneamente salvaguardare da infortuni cavallo e cavaliere. Si tratta di una disciplina dinamica e divertente nella quale i binomi si sfidano sui millesimi di secondo, mentre il folto pubblico, sugli spalti, si diverte in un tifo da stadio.

“Alla cowboy”

Vedere una gara di pole bending è emozionante e ci lascia appesi al filo sino all’ultimo secondo, uomini e donne in perfetto stile cowboy con camicia, cappello e stivali che si lanciano al galoppo zigzagando fra i paletti, veloci, atletici sinuosi che giocano sulla velocità. Quanto lavoro esiste dietro quei pochi secondi.

Serve precisione millimetrica per eseguire uno slalom veloce e senza sbavature, il cavaliere deve essere bravissimo a guidare il suo coraggioso cavallo tra i paletti chiedendo repentini cambi di direzione e lasciando sempre il focus sull’ultimo pole.

Eseguire le transizioni dal velocissimo galoppo in ingresso a quello sempre veloce ma più controllato da mantenere durante lo slalom non è certo uno scherzo, così come, viceversa, riproporre un galoppo allungato, il più veloce possibile, in uscita, proprio al termine dello zig zag che, ovviamente, non ammette sbavature come per esempio l’abbattimento di un paletto che comporta cinque secondi di penalità, stessa sorte in caso di perdita del cappello.

Anche nel pole bending, come in ogni specialità, è richiesto che il cavaliere indossi la divisa disposta dallo specifico regolamento e sia ordinato per tutta la durata della sua performance.

Il binomio per dare il massimo in questa adrenalinica disciplina, deve essere davvero un tutt’uno, serve che cavallo e cavaliere siano sincronizzati al massimo per potersi destreggiare ad alta velocità tra paletti così vicini. Il cavallo è bene che sia in forma e perfettamente allenato e riscaldato in modo da essere flessibile lungo la colonna vertebrale ed elastico in tutto il corpo per potersi piegare velocemente tra i pali.

Tra gli esemplari più adatti a praticare questo particolare sport ci sono le tipiche razze americane tra cui Quarter e Paint Horse, anche se la storia di questa specialità è molto legata agli Appaloosa che ancora oggi spadroneggiano nel Pole Bending.

Nez Percé, Appaloosa e pole bending, una storia unica

La storia degli Appaloosa è legata a doppio filo con quella del pole bending, al punto che esistono delle competizioni speciali dedicate proprio a questa razza tra i paletti, tuttavia non conosceremmo questi meravigliosi esemplari a macchie senza i Nez Percé, i Nasi Forati, una tribù Nativa Americana che, nel lontano XVI Secolo sulle montagne dell’Oregon conobbero per la prima volta questi esemplari maculati che fecero loro e, nel giro di vent’anni impararono a cavalcare e selezionare con estrema attenzione per avere soggetti agili, forti e atletici, pronti ad accompagnarli nella caccia al bufalo.

Grazie a questa tribù ancora oggi possiamo ammirare le ottime qualità degli Appaloosa il cui nome deriva dal fiume Palouse che delimitava il territorio dei Nez Percé. Per comprendere quanto la tradizione di questa tribù di nativi sia legata ai meravigliosi cavalli a macchie e a questo sport, basti pensare che, ancora oggi, uno degli eventi più attesi “tra i pali” sia proprio la Nez Percé Stake Race.

Si tratta una particolare forma di pole bending che fa parte dei giochi approvati dall’Appaloosa Horse Club in occasione degli eventi dedicati alla razza. Lo svolgimento di questa competizione riguarda una gara di pole bending in parallelo, due binomi partono insieme ed eseguono il percorso ”in tandem”. La competizione è a eliminazione diretta, chi vince prosegue e si confronta con gli altri binomi vincitori, chi perde viene eliminato.

Quote rosa

Il pole bending deve le sue origini a un caparbio gruppo di donne del vecchio West stufe delle interminabili attese dei mariti impegnati nei rodei e decise invece a prendervi parte con eventi collaterali. Così, nel 1948, in Texas, diedero vita alla GRA, Girls Rodeo Association, l’associazione delle ragazze del rodeo, il primo circuito di gare per donne professioniste, trasformata nel 1981 nell’attuale associazione Women’s Professional Rodeo Association (WPRA).

Questa associazione muove ogni anno migliaia di cavalieri professionisti, rigorosamente donne, impegnate in tutte le specialità nate come collaterali al rodeo, quindi, oltre al pole bending, anche il barrel racing e il rope. Queste specialità nate in sordina, hanno abbandonato il rosa diventando un fenomeno mondiale e trasversale.

Elena Pecora

© Riproduzione riservata.

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