Le orecchie del cavallo, poesia in movimento

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I cavalli sono dotati di altissime capacità intellettive ed emotive, e la conoscenza del loro sistema di percezione è fondamentale per comprenderne il comportamento, come anche per instaurare un rapporto basato sulla fiducia, e il rispetto delle esigenze etologiche dell’animale. 

L’udito è uno dei sensi più evoluti del cavallo, e centrale per la sua sopravvivenza, in quante nasce come animale preda, sempre attento e sensibile al mondo di suoni che lo circonda. 

La particolarità delle orecchie del cavallo è che non si limitano solo ad ascoltare e ricevere segnali esterni; contiene un linguaggio che diviene mezzo di emozioni, e contribuisce anch’esso a inviare informazioni all’ambiente circostante. Le orecchie del cavallo rispecchiano il suo stato emotivo, e sono anche usate come forma di comunicazione fra i soggetti in branco. 

Anatomia dell’orecchio del cavallo

L’apparato uditivo del cavallo ha una struttura complessa, similare a quella dell’uomo, formata da tre parti principali: orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno. 

L’orecchio esterno (la parte visibile, detta anche ‘pinna’), è composto dal padiglione auricolare, che ha una forma a imbuto per convogliare meglio i suoni verso il timpano.

Dopo che le onde sonore entrano l’orecchio, vengono veicolate alla membrana timpanica, situata nell’orecchio medio, la quale le fa vibrare. Le vibrazioni create nel timpano sono amplificate da tre piccoli ossicini, e trasmesse ancora più in profondità, fino a raggiungere la coclea, l’organo dell’udito, situata nell’orecchio interno.

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Mobilità dell’orecchio del cavallo

L’orecchio del cavallo possiede una mobilità notevole, data dai 16 muscoli (contro i nostri 3) che compongono la sua parte esterna. Di fatti, le orecchie possono muoversi insieme o indipendentemente l’una dall’altra, e ruotare su un arco di oltre 180°.

Queste caratteristiche permettono al cavallo di orientarsi verso le fonti di rumore di maggior interesse. Inoltre, in caso di suoni troppo forti o molesti, il cavallo ha l’abilità di chiudere quasi completamente il canale auricolare, diminuendo la capacità uditiva per proteggersi. 

L’attenzione verso il posizionamento del padiglione auricolare è importante per conoscere la direzione in cui è focalizzato l’interesse dell’animale, e la stessa indicazione viene usata anche dai cavalli in branco, in casi in cui la vista viene deviata dalla presenza del corpo di un compagno. 

Capacità uditive del cavallo

Il cavallo possiede un udito simile a quello dell’uomo, sebbene molto più sviluppato, e con una gamma di percezione sonora più ampia. La frequenza delle onde sonore viene misurata in Hertz (Hz).

Più alta è la frequenza delle onde nell’unità di tempo, più viene percepita come suono acuto; al contrario, più bassa è la frequenza delle onde, più la tonalità del suono risulta bassa. Il cavallo è in grado di udire tonalità con frequenze che vanno dai 60 Hz ai 33.5 kHz, mentre gli umani sentono suoni tra 20 Hz e 20 kHz. 

Ciò significa che l’orecchio equino è specializzato per udire le alte frequenze, come gli ultrasuoni, ma non è in grado di sentire tonalità più basse, udibili invece all’uomo. Per questo motivo bisogna prestare attenzione a usare radio nei maneggi, o dispositivi con alte frequenze.

Il cavallo risulta molto sensibile ai suoni, e oltre che creargli un danno all’acutezza uditiva (nei cavalli inizia a diminuire a parte intorno i 15-18 anni), si potrebbe spaventare, reagendo con un movimento repentino o brusco, per distanziarsi dalla minaccia percepita.

Inoltre, per quanto avanzato, l’orecchio del cavallo non possiede alte capacità di localizzazione della provenienza di un suono, e tale imprecisione a volte porta l’animale ad allarmarsi, fuggendo all’istante. Il sistema uditivo del cavallo è in grado di determinare la sorgente sonora in uno spazio approssimativo di soli 25°, anche se può individuare suoni a grande distanza.

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Orecchie che parlano 

Le orecchie del cavallo, per chi le sa osservare e comprendere, nascondono un prezioso linguaggio, usate dall’animale per comunicare le proprie emozioni. 

Alcuni segnali sono abbastanza inequivocabili, soprattutto se analizzati affianco al linguaggio corporeo complessivo dell’animale. Con le orecchie dritte il cavallo è sereno; quando puntano in avanti significa che è incuriosito e contento; quando sono tese e appiattite all’indietro, è agitato o spaventato.

In generale, se il cavallo si sente tranquillo o vigile, terrà le orecchie belle tese, oppure dirette verso la fonte del rumore. Durante il lavoro alla longia, ad esempio, un orecchio sarà rivolto verso il cavaliere che lo guida, e l’altro si concentrerà verso la direzione dello sguardo.

Ludovica Locatelli

© Riproduzione riservata.

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