Un occhio allenato: come vedere le distanze e aiutare i nostri cavalli

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cavallo che riprende l'attività sportiva dopo la pausa estiva

Uno dei grandi crucci di tutti i cavalieri di salto ostacoli, o almeno della maggior parte, è come vedere le distanze.

Soprattutto quando si è alle prime armi e si affrontano le prime gare… Sono talmente tante le cose a cui pensare: tieni a mente il percorso, dai gambe, non tirare, guarda avanti, spalle aperte, lascia andare ma trattieni… come si fa a fare tutto insieme, al galoppo tra un salto e l’altro, magari cercando di girare stretto, o comunque nel punto esatto suggerito dall’istruttore?

Non è facile, ma con l’esperienza si acquistano fiducia e sicurezza e ci si riesce. Vedere le distanze è una dote, innata per alcuni (beati loro!) e da allenare per tutti gli altri, ma con costanza e un po’ di trucchi del mestiere ce la si può fare!

Una valutazione globale

Innanzitutto quando ci concentriamo per cercare la giusta distanza dal salto, ovvero il punto esatto in cui il cavallo deve iniziare la parabola ascendente, dobbiamo considerare diversi fattori, alcuni esterni al binomio, quindi uguali per tutti, altri, invece, specifici e differenti per ciascuna coppia cavallo/cavaliere.

Ogni binomio è a sé, per tanto solo l’allenamento e la conoscenza del nostro cavallo possono portarci a capire la giusta distanza per lui. L’altezza del cavallo che montiamo, l’ampiezza della sua falcata, l’elasticità del nostro compagno nell’affrontare un ostacolo, influenzano molto quella che può essere la distanza corretta.

Ovviamente non possiamo prescindere da quelli che sono i fattori più generici e oggettivi, tuttavia essendo il nostro uno sport di coppia, non possiamo non valutare la fisicità e il temperamento del nostro cavallo. Ma veniamo ai fattori che possiamo definire esterni, essi sono molti e non vanno sottovalutati. Il primo “fattore di rischio” è il tipo di ostacolo che ci prestiamo ad affrontare.

Un dritto e un oxer, ad esempio, hanno profondità diverse, richiedono quindi per il cavallo un gesto atletico differente, la parabola di un oxer, va da sé, è più ampia di quella di un dritto. Un altro aspetto da considerare, ovviamente, è l’altezza del salto. La distanza, in linea di massima, è la proiezione dell’altezza del salto, quindi, per esempio, per affrontare un ostacolo altro un metro, dobbiamo staccare un metro prima del salto e così via in base all’altezza.

Un terzo fattore da studiare è la posizione dell’ostacolo: linee spezzate, diritture, girate più o meno strette, quindi, sono da valutare per capire il corretto punto di stacco.

Ricognizione, un momento fondamentale

Sono davvero tanti i fattori da tenere in considerazione, come facciamo a studiarli tutti? Facendo ricognizione, naturalmente. Una ricognizione del percorso fatta bene è metà dell’opera.

Spesso, presi dall’ansia di ricordarci il percorso, sfruttiamo poco la potenzialità di questo momento che ha invece un’importanza fondamentale.

Studiamo gli ostacoli, la loro posizione all’interno del campo, cerchiamo di capire e valutare dove girare e a che velocità. Quando accelerare e quando, invece, è il caso di riunire. Immaginiamoci a cavallo, sul nostro cavallo, per capire quali siano le “mosse” più tattiche per aiutarlo.

Questione di sguardo

Il cavallo ci porta dove guardiamo, questo lo impariamo alle prime lezioni di equitazione. Concentriamoci, quindi, su questo aspetto, guardiamo lontano, individuiamo il salto da fare e la traiettoria da tenere, e poi via, a guardare oltre.

Mentre stiamo saltando, infatti, il nostro sguardo si sposta verso l’ostacolo successivo, solo così avremo una visione d’insieme del percorso da eseguire.

Allenamento, la chiave del successo

Non esiste nel nostro sport la bacchetta magica, e forse è un po’ il suo bello, ci vogliono tempo, costanza e passione, ma tutto si può fare, anche imparare a vedere le distanze.

Esercitiamoci tanto, su barriere e cavalletti, sono essenziali per capire il giusto approccio alla distanza. Questi esercizi ci aiutano a diventare un vero e proprio binomio, quindi a conoscere il nostro cavallo e il suo galoppo. Possiamo trovare il giusto ritmo a seconda della falcata e, all’interno del movimento fluido, iniziare a capire, a seconda del tipo di ostacolo da affrontare, quando è il momento di spingere e quando, invece, di riunire.

Capire il giusto ritmo del galoppo è fondamentale per poter affrontare un percorso. E poi, insomma, fidiamoci del nostro istinto e, soprattutto, del nostro cavallo senza interferire eccessivamente con il suo movimento.

Un aiuto per vedere meglio

Ricordiamoci sempre del nostro cavallo quando ci avviciniamo a un campo gara. Lui ha una visuale diversa dalla nostra, percepisce le immagini in modo differente e così vale per la profondità, che è in grado di valutare a soli pochi passi dall’ostacolo che deve affrontare. (Leggi l’articolo “Come vede il cavallo: conosciamo il mondo attraverso i suoi occhi” per scoprire di più)

Oltre a tutto questo non sottovalutiamo il discorso del cambio di luce. Specialmente se il campo prova si trova all’esterno e la gara è, invece, indoor, lasciamo al nostro cavallo qualche minuto per abituarsi al cambiamento, il suo occhio ci mette più del nostro.

Sfruttiamo, quindi, il momento in cui siamo “alla porta” per permettergli di ambientarsi e riuscire a vedere al massimo delle sue potenzialità… dopo di che: buon divertimento!

Elena Pecora

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